Mal di schiena e stimolo a defecare

Anche se molti lo ignorano, l’intestino e la schiena sono strettamente legati, per questo spesso la colite può essere la causa del mal di schiena.

Spesso accade di avvertire un dolore intenso nella zona lombare e di non riuscire a capirne i motivo. L’origine di questo problema potrebbe essere l’intestino irritato e uno squilibrio della flora batterica. D’altronde queste due zone del corpo sono intimamente legate, per questo l’infiammazione cronica dell’apparato digerente ha sempre un effetto negativo sui muscoli, rendendoli più contratti.

Non solo: ciò che mangiamo (e il modo in cui l’organismo assorbe i nutrienti), agisce direttamente sui tessuti. Se il nostro intestino non funziona nel modo giusto, anche il tessuto muscolare ne risentirà. Infine la scarsa qualità dei batteri presenti nell’intestino provoca uno stato di infiammazione che si propaga in tutto il corpo, compresa la colonna vertebrale.

Come capire se il dolore alla schiena dipende dall’intestino irritato? I sintomi sono sempre confusi, ma i campanelli d’allarme possono essere una sensazione di bruciore diffusa su tutta la schiena, un dolore uniforme e non localizzato in un solo punto, ma soprattutto la presenza di stipsi e gonfiori.

Come risolvere il problema? In questo caso è fondamentale ridurre l’infiammazione e migliorare la flora batterica intestinale seguendo una dieta equilibrata. Chi soffre di colon irritabile dovrebbe consumare almeno cinque pasti al giorno, masticare piano e con calma. Evitate latticini e derivati, snack salati, spezie piccanti, bibite gassate e zuccherate, portate a tavola carne bianca e pesce, cucinati in modo semplice e conditi solo con un filo di olio extravergine d’oliva.

Largo spazio anche a carote, finocchi, sedano, insalata iceberg e indivia, accompagnate da yogurt, limone e patate. Per quanto riguarda i cereali preferite il riso, migliore per contrastare i sintomi del colon irritabile. Un aiuto contro il dolore può arrivare anche dalle tisane, che aiutano a diminuire l’infiammazione e placano lo stress, che spesso si trova alla base di questi disturbi.

Provate una tisana allo zenzero, sfruttando le proprietà digestive di questa radice, ottima pure quella alla liquirizia, alla malva e alla camomilla.

La lombalgia: cause e sintomi

La lombalgia è un dolore che colpisce la zona bassa della schiena (zona lombare, appunto); tale patologia può interessare l’intera fascia lombare, oppure essere localizzata prevalentemente in un lato o nell’altro. E’ un fenomeno molto comune che colpisce oltre il 40% delle persone durante la loro vita.

Quando il dolore lombare coinvolge anche uno o entrambi (nei casi più gravi) gli arti inferiori la lombalgia prende il nome di “lombosciatalgia”, proprio perché il sintomo colpisce anche il nervo sciatico, arrivando, in alcuni casi, ad irradiarsi fino alle dita del piede.

A seconda della durata la lombalgia può essere classificata come:

acuta quando il dolore dura meno di 6 settimane (nota popolarmente come colpo della strega);

subacuta se il male si protrae dalle 6 alle 12 settimane;

cronica se supera le 12 settimane.

La lombalgia è caratterizzata da un tipo di dolore, causato comunemente da una lesione muscolare, legamentosa, articolare e discale, che si accompagna a fenomeni infiammatori.

Ma siamo sicuri che la causa effettiva sia propria della schiena? Vi è mai capitato di avere episodi di stipsi (stitichezza), diarrea, gonfiore o tensione prima di un attacco di mal di schiena?

Il ruolo dell’intestino

I visceri addominali e l’intestino, in particolare, non sono sospesi nell’addome, ma sono in gran parte raccolti in un sacco (il peritoneo) che avvolge tutto l’apparato digestivo, seguendo ogni ansa e ogni tratto dello stesso.

Questo “sacco”, attraverso una radice (il mesentere), si attacca alla parete interna della schiena, appoggiandosi proprio di fronte alle vertebre lombari. Il ruolo svolto dal mesentere non è assolutamente da sottovalutare quando si manifestano sintomi di lombalgia. Infatti, la massa del nostro intestino (lungo circa sei metri!) grava interamente sulla zona lombare proprio attraverso la radice del mesentere.

Questa radice è sensibilissima al funzionamento dell’intestino stesso, anche perché altamente innervata. Per cui, in caso di infiammazione dei tessuti intestinali, noto come sindrome dell’intestino irritabile (IBS) [1], il malfunzionamento dell’organo può ripercuotersi sul mesentere.

La tensione intestinale, infatti, può portare a ripiegarsi su sé stessi. Di conseguenza, i muscoli della schiena si irrigidiranno, aumentando il loro tono.

Questo adattamento posturale (posizione antalgica), anche impercettibile, può essere causa nel tempo della lombalgia.

Bisogna, quindi, verificare, in caso di lombalgia, la presenza dei sintomi più comuni dell’IBS, quali:

dolore addominale;

diarrea e/o stipsi;

gonfiore e/o flatulenze.

Il ruolo dell’osteopata nel trattamento della lombalgia/lomboscitalgia.

Iniziamo col dire che l’osteopatia è una terapia olistica che considera l’organismo nella sua interezza.

Nel caso della lombalgia l’osteopata attraverso anamnesi, osservazione, esame obiettivo e test specifici, riesce a riconoscere le cause del dolore.

Il trattamento agisce sulla causa del problema con un approccio globale attraverso tecniche manuali, estremamente delicate, volte a rilasciare le tensioni e spegne così la sintomatologia dolorosa.

In caso di lombalgia (o lombosciatalgia) l’osteopata è in grado di identificare le reali cause del dolore e può intervenire sia a livello viscerale che muscolo scheletrico, correggendo la posizione antalgica e le tensioni addominali responsabili del dolore, con risultati spesso sorprendenti.

Quando il mal di schiena dipende dall'intestino?

La tensione intestinale, infatti, può portare a ripiegarsi su sé stessi. Di conseguenza, i muscoli della schiena si irrigidiranno, aumentando il loro tono. Questo adattamento posturale (posizione antalgica), anche impercettibile, può essere causa nel tempo della lombalgia.

Come capire se il mal di schiena e provocato da un tumore?

– Peggioramento progressivo del dolore; – Dolore costante per almeno sei settimane consecutive; – Perdita di peso, soprattutto se rapida e ingiustificata; – Dolore notturno; – Fastidio insistente nella parte alta della schiena.

Che dolori provoca il colon infiammato?

La sindrome del colon irritabile è un disturbo della funzione gastrointestinale caratterizzato dalla presenza di fastidio o dolore addominale (che migliora dopo l'evacuazione), gonfiore o distensione dell'addome, cambiamento del numero di evacuazioni e/o della consistenza delle feci.

Quali sono i sintomi di problemi al colon?

Il colon irritabile è un insieme di sintomi dovuto a un'alterazione della motilità e/o della sensibilità viscerale..
gonfiore;.
meteorismo;.
dolore all'addome;.
crampi;.
stipsi o diarrea (o alternanza di entrambi)..