Quali sono rimedi per combattere il reflusso gastroesofageo? Se il brodino della nonna non funziona (anzi, è benzina per lo stomaco) ecco alcuni consigli per evitare i bruciori
Ecco un mito da sfatare: il brodino della nonna non è sempre un rimedio valido per alleviare i disturbi gastrici. Forse non tutti sanno che se è vero che la minestra e i liquidi caldi rientrano nelle diete dei malati e degli anziani, è anche vero che chi soffre di reflusso gastroesofageo non trae beneficio da questo tipo di alimenti. Il brodino caldo, infatti, stimola la produzione di succhi gastrici che acuiscono il bruciore di stomaco e i disturbi del malato.
Ma cos’è il reflusso gastroesofageo e come ci si deve comportare se un anziano ne soffre? In realtà si tratta di una patologia molto comune, che si verifica quando il contenuto acido dello stomaco risale nell’esofago, causando bruciori e rigurgito. Talvolta, poi, può comparire una tosse stizzosa, dolori allo sterno e mal di gola cronico.
Se, però, i sintomi non si presentano con frequenza e hanno breve durata, non è necessario intervenire con esami diagnostici invasivi, ma basta concordare con il medico una terapia farmacologica e seguire abitudini di vita sane e una dieta adeguata.
In alcuni casi, infatti, la malattia compromette la funzionalità dello sfintere, ostacolando il normale svuotamento dello stomaco, e più aumenta la permanenza gastrica del cibo, più c’è la possibilità che i sintomi del reflusso si acuiscano. Per questo, alcuni alimenti dovrebbero essere evitati: non solo il brodino caldo dalla nonna, ma anche bibite gasate e chewingum. Le fritture, i formaggi, il cioccolato e i dolci, molto ricchi di grassi, vanno limitati, così come il succo d’arancia, il vino, ancor peggio se bianco, i pomodori e l’aceto, che irritano la mucosa gastrica. Da abbandonare, poi, anche alcune abitudini malsane, come il fumo o l’assunzione di alcool, mentre lo stress, l’ansia e il sovrappeso sono altre cause che concorrono al peggioramento della patologia.
I rimedi
Ma se il brodino della nonna è stato messo al bando fra i rimedi naturali, quali sono i cibi salva-stomaco? Pur considerando che non esiste una regola valida per tutti, al momento che ognuno di noi ha una diversa tolleranza agli alimenti, nella dieta di chi soffre di reflusso non dovrebbero mai mancare miele e yogurt. Anche le proteine della carne, delle uova e del pesce, che vanno a rafforzare il tono della valvola che separa stomaco ed esofago, possono aiutare, ma bisogna privilegiare metodi di cottura salutari: dimenticate quindi intingoli e condimenti pesanti.
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Il miele di Manuka rientra nella classifica dei “super alimenti” naturali dalle elevate proprietà terapeutiche. Ricco di sali minerali come ferro, rame, manganese e iodio, vitamine del gruppo B, vitamine A, C, E e K ed altri principi attivi battericidi ed antimicrobici, si ottiene dai fiori del Leptospermum Scoparium, pianta particolarmente resistente che cresce principalmente allo stato selvatico in Nuova Zelanda. I primi a scoprire gli effetti benefici del miele di Manuka furono le popolazioni Māori che lo utilizzavano sia come alimento sia come rimedio naturale per la cura di ferite, bruciature ed ulcere. Tuttavia, solo alla fine del XIX secolo la comunità scientifica ha rivolto l’attenzione verso questo prodotto naturale, riconoscendo al miele di Manuka diverse proprietà antibatteriche ed antinfiammatorie sia per uso topico che per uso orale.
In pochi, però, conoscono l’efficacia di questo miele “miracoloso” nel contrastare le problematiche del tratto gastro intestinale come il reflusso e la gastrite. Vediamole in dettaglio.Come agisce il miele di Manuka su gastrite e reflusso.Negli ultimi anni diversi studi internazionali hanno confermato il potere antibatterico, antisettico, lenitivo, antiossidante, antinfiammatorio e stimolante nei confronti del sistema immunitario del miele di Manuka; dimostrando, inoltre, la sua efficacia nel contrastare varie specie di microorganismi tra cui Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa, Streptococcus faecalis e Helicobacter pylori.In particolare, l’agente antimicrobico che principalmente conferisce questa proprietà al Miele di Manuka è il “Metilgliossale” (o MGO MethylGlyOxal), un principio attivo naturale, la cui concentrazione può essere centinaia di volte più elevata che nel miele tradizionale).Proprio l’azione antibatterica unita alle proprietà antinfiammatorie di questo miele, dovuta alla presenza di composti fenolici e flavonoidi, lo rende un prodotto davvero utile in caso di problemi gastrointestinali: l’assunzione orale viene spesso consigliata quando si tratta di gastrite, reflusso, ulcera gastrica ed altre problematiche legate all’apparato digerente.Un potenziale rimedio per l’Helicobacter PyloriInoltre il professor Thomas Henle dell’Università Tecnica di Dresda, in Germania, il cui team ha individuato la presenza di Metilgliossale come l’ingrediente antibatterico chiave nel miele di Manuka, ha affermato che non sempre gli antibiotici riescono a trattare in modo efficace l’Helicobacter pylori (che può provocare gastriti, ulcere allo stomaco e al duodeno), mentre il miele di Manuka, ad alti livelli di MGO, è stabile nello stomaco ed offre un’alternativa promettente per la salute gastrointestinale.
Un risultato che potrebbe dunque aprire la strada ad una vera svolta in ambito farmaceutico visto che la maggior parte dei virus e batteri noti dimostrano sempre più resistenza agli antibiotici!Un vero alleato per i disturbi gastro intestinali