Permessi legge 104 controlli datore di lavoro

L'abuso delle agevolazioni concesso con la legge 104 comporta una serie di conseguenze, a iniziare da quelle disciplinari per il lavoratore.

I casi di abuso della legge 104 continuano a essere sempre ben presenti anche perché c'è chi approfitta della possibilità concessa al lavoratore di programmare i permessi a cadenza settimanale o mensile se è in grado di individuare le giornate di assenza.

Secondo le indicazioni del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la tabella di marcia non deve compromettere il diritto del disabile a una vera assistenza e deve comunque seguire criteri condivisi anche nell'ottica di non sfavorire il datore ovvero il funzionamento dell'organizzazione aziendale. In ogni caso le esigenze di assistenza e di tutela del disabile prevalgono su quelle imprenditoriali. Numeri alla mano, l'abuso dei permessi rientra tra le circostanze più frequenti che fanno scattare i controlli.

I permessi legge 104 sono retribuiti dall'Inps, sebbene l'indennità sia anticipata dal datore di lavoro. Sono interamente coperti da contribuzione pensionistica figurativa, possono essere collegati a ferie, permessi e aspettative. Ma soprattutto non possono essere utilizzati per scopi differenti dall'assistenza. L'aspetto a cui prestare attenzione è l'elevato numero di attori coinvolti. Approfondiamo quindi:

  • Legge 104, al via la stretta sui controlli

  • Permessi e agevolazioni legge 104, come scattano i controlli

Legge 104, al via la stretta sui controlli

A norma di legge ai lavoratori affetti da un handicap in situazione di gravità spettano 2 ore al giorno di permesso o 1 ora nel caso di giornate semifestive oppure di 3 giorni al mese da utilizzare per l'intera giornata oppure frazionabili in ore. In ogni caso non sono cumulabili in più mesi anche se non utilizzati.

La scelta tra le due ore e i tre giorni al mese va fatta per ciascun mese di calendario. Una volta scelto il tipo di permesso, il lavoratore non può cambiare la periodicità nel corso di quel mese. Il passaggio da un regime all'altro è consentito anche nel corso del mese nel caso di esigenze improvvise che il lavoratore può documentare.

L'abuso delle agevolazioni concesso con la legge 104 comporta una serie di conseguenze, a iniziare da quelle disciplinari per il lavoratore. Una dopo l'altra, in ordine di gravità, sono il rimprovero verbale, il rimprovero scritto, la multa, la sospensione dal servizio e dalla retribuzione, il trasferimento, il licenziamento.

Quest'ultima è una misura applicabile nel caso di uso scorretto delle facilitazioni previsti con la legge 104. Anche l'Inps si attiva nel caso di abusi alla legge 104 perché di fatto subisce un vero e proprio raggiro. Infine, ma di certo non di minore importanza, scatta la denuncia penale per abuso della legge 104 con l'accusa indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. La pena è molto severa: la reclusione sino a tre anni.

Permessi e agevolazioni legge 104, come scattano i controlli

Per denunciare un abuso nell'ambito delle agevolazioni concesse con la legge 104 può rivolgersi al datore di lavoro o all'Inps. Spetta all'Istituto di previdenza occuparsi del pagamento dell'indennità al lavoratore assente. Il racconto dei fatti deve quindi essere circostanziato e soprattutto non dovrebbe essere presentato in forma anonima. Rivelare le proprie generalità aumenta il tasso di credibilità e spinge a controllare meglio il caso denunciato.

Non tutti i lavoratori dipendenti possono fruire dei permessi legge 104 e due requisiti fondamentali sono il rapporto di lavoro di tipo dipendente e la gravità della disabilità. I permessi spettano sia al lavoratore stesso portatore di handicap e sia ai familiari che lo assistono, ma solo genitori, coniuge e convivente di fatto, il cui rapporto è stato formalizzato al Comune di residenza con la dichiarazione di convivenza anagrafica.

Semaforo verde alla fruizione dei permessi legge 104 anche in caso di unione civile, di grado di parentela entro il secondo grado e perfino di terzo se il genitore, il coniuge, il partner dell'unione civile o il convivente della persona affetta da disabilità grave hanno compiuto 65 anni di età, sono deceduti o mancanti o sono affetti da invalidità permanente.

Di interessante c'è da rilevare che la Corte di Cassazione è intervenuta a più riprese per disciplinare la materia con importanti sentenze, come quella relativa alla possibilità di cumulare i permessi legge 104 nel caso di assistenza di più disabili.

5' di lettura

Permessi legge 104, vediamo come funzionano i controlli sui beneficiari e quali sono le sanzioni previste. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

  • Due requisiti
  • Controlli sanitari
  • Commissioni
  • Revisione, 3 condizioni
  • Controlli Inps e datore di lavoro
  • Norme che cambiano
  • Sanzioni

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Come è noto i permessi legge 104 vengono concessi, così come i congedi, a lavoratori che devono assistere un familiare con disabilità grave (e riconosciuto dalle commissioni medico legali).

Dei permessi retribuiti sono beneficiari anche i dipendenti con disabilità (sempre con la Legge 104, leggi la guida completa su Invaliditàediritti.it), ma in quel caso non ci sono controlli o sanzioni. Il motivo? Il lavoratore con disabilità fruisce di quei permessi per se stesso, non ha quindi alcun obbligoverso un’altra persona.

Permessi legge 104: due condizioni

E dunque, per semplificare, l’uso dei permessi legge 104 pone due condizioni base:

  • lo stato di disabilità grave della persona interessata;
  • il corretto utilizzo da parte dei lavoratori caregiver.

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Una prima fase di controllo dei requisiti necessari inizia già dall’accertamento delle condizioni della persona con disabilità. Quello è il punto centrale intorno al quale si originano agevolazioni e benefici. (Permessi legge 104: gli usi impropri)

Già in sede di accertamento della disabilità grave c’è un primo controllo, che continua con fasi successive di verifica e revisione.

Le regole sui permessi della Legge 104 sono poi state raccolte negli articoli 3 e 4 della legge 104 del 1992 e aggiornate dalla legge 114 del 2014 (articolo 25).

Ma non solo: l’Inps ha anche emanato sulla questione due circolari, la numero 10 del 2015 e la 127 del 2016.

E non è tutto: sul punto si sono anche accavallate delle sentenze della Cassazione, che hanno specificato fin nei dettagli il recinto legale entro il quale possono muoversi i beneficiari permessi legge 104.

Permessi legge 104: Commissioni

Come accennato l’accertamento della disabilità spetta alle commissioni mediche dell’Asl. Devono però essere integrate da un operatore sociale e da un esperto nei singoli casi che si esaminano (dipende dalla patologia). (Permessi legge 104, quante ore di assistenza)

Anche i verbali che riconoscono la disabilità grave possono essere revisionati con una visita successiva della Commissione.

Permessi legge 104: revisione, 3 condizioni

Senza contare le visite di revisione con la relativa procedura di verifica. Al termine delle quali il beneficio può anche essere revocato.

E infatti dopo la visita di revisione si possono verificare queste tre condizioni:

  • verbale con esito di conferma: in questo caso lo stato di disabilità grave è stato accertato nuovamente e non occorre presentare nessun’altra domanda. L’unica eccezione potrebbe esserci se il lavoratore è alle dipendenze di un datore di lavoro diverso da quello che era stato indicato nella domanda presentata la prima volta, o se è cambiata la modalità lavorativa (esempio: da full time a part time, o al contrario);
  • verbale con esito di mancata conferma: in questo caso la situazione di disabilità grave non viene più certificata, la persona interessata deve subito comunicarlo al datore di lavoro. Si blocca anche il diritto a godere dei permessi retribuiti;
  • assenza dalla visita di revisione: se la persona con disabilità grave diserta la visita di revisione e non presenta una adeguata giustificazione entro i 60 giorni dalla data di notifica della visita, scatta la revoca di tutti i benefici.

Questi i controlli e le verifiche sul requisito sanitario di chi usufruisce dei benefici legati alla legge 104. (Permessi legge 104, facciamo chiarezza)

Ci sono poi le verifiche disposte per controllare che non si registrino abusi nell’usufruire dei permessi legge 104 (e ovviamente dei congedi straordinari).

Permessi legge 104: controlli Inps e datore di lavoro

I controlli possono essere disposti sia dall’Inps, sia dal datore di lavoro, che può servirsi delle agenzie di investigazione (ovviamente senza oltrepassare i limiti che sono imposti dalla legge 300 del 1970).

Permessi legge 104: le norme che cambiano

È possibile configurare un abuso quando il dipendente che usufruisce dei permessi legge 104, durante il periodo di assenza piuttosto che assistere il familiare con disabilità è impegnato a svolgere attività del tutto diverse.

È bene precisare che dal 2010 non esiste più l’obbligo di prestare una assistenza continuativa ed esclusiva durante l’assenza dal lavoro.

Il che significa che il lavoratore durante i permessi può comunque svolgere delle attività personali e in questo modo avere una gestione più “libera” del suo tempo.

La Cassazione (sentenza 54712 del 2016) ha anche stabilito che il lavoratore caregiver, rispetto ad altri lavoratori, non può godere degli stessi riposi (ha comunque il compito di accudire il familiare) e quindi l’assistenza alla persona con disabilità può anche non coincidere con le ore di permesso.

Permessi legge 104 controlli datore di lavoro

Permessi legge 104: sanzioni

Eventuali violazioni possono avere delle conseguenze molto consistenti per il dipendente. Sono di tre tipi:

  • disciplinare: è può portare al licenziamento dal posto di lavoro (nei casi più gravi), per aver infranto il rapporto di fiducia con il datore di lavoro;
  • economiche: l’Inps può chiedere la restituzione delle prestazioni di lavoro, mentre il datore di lavoro può pretendere un risarcimento per la disfunzioni che quelle assenze hanno causato all’organizzazione dell’azienda;
  • penali: l’abuso nell’utilizzo dei permessi retribuiti può anche comportare la denuncia per truffa e indebita percezione di provvidenza pubbliche mediante false dichiarazioni.

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Chi usufruisce della legge 104 può essere controllato?

Proprio per via del fatto che ad essere lesi dal comportamento del lavoratore infedele sono due soggetti, lo Stato e l'azienda, i controlli sugli usi e abusi dei permessi della legge 104 possono essere eseguiti dal datore di lavoro e dall'Inps, in quanto ente pubblico rappresentante gli interessi della collettività.

Cosa non si può fare durante i permessi legge 104?

Durante i giorni di permesso 104 non si possono svolgere attività ludiche (andare al bar con gli amici, fare un allenamento in palestra, fare una gita). Certo il giorno di permesso non è una prigionia: non si può impedire al caregiver di uscire di casa, magari per farsi quattro passi e prendere una boccata d'aria.

Cosa succede se non uso i permessi?

Le sanzioni di base vanno da 120 a 720 euro, ma sono applicate delle maggiorazioni in base alla gravità della situazione. In particolare, se sono più di 5 i dipendenti che incorrono in questa problematica, la sanzione può andare da 480 a 1.800 euro.

Quando si possono negare i permessi 104?

La scelta spetta al lavoratore ma il datore controlla La possibilità di chiedere i permessi 104 rappresenta un diritto insindacabile per il lavoratore. Il datore di lavoro non può assolutamente opporsi alla richiesta del proprio dipendente. E' quest'ultimo a scegliere in quali giorni del mese godere dei permessi.