Show Un celebre, indimenticabile, spezzone dal film “Totò, Peppino e la malafemmina” recitava così: (Totò si avvicina allo scrittoio per iniziare la dettatura e invita a gesti il fratello ad affrettarsi a sedersi per scrivere la lettera) T: Che… Quali sono le norme sull’uso della punteggiatura?Per quanto possa apparire sconfortante a chi è alla ricerca di regole grammaticali fisse, immutabili e incise nel marmo, le norme che regolano l’uso della punteggiatura sono le meno codificate nella lingua italiana e anche tra gli studiosi hanno creato e creano notevole disaccordo. Ma partiamo dalle basi. In italiano esistono i seguenti segni di interpunzione: il punto (.), la virgola (,), il punto e virgola (;), i due punti (:), il punto esclamativo (!), il punto Interrogativo (?), i punti di sospensione (…) – tre, TRE, non due, non quattro! – le virgolette (“ ”, «»,‘ ’), il trattino (- o — corto o lungo), le parentesi tonde ( ) e quadre [ ], la barra ( / ) e l’asterisco ( * ). Le quattro funzioni fondamentaliÈ difficile definire univocamente i vari segni di cui sopra; possiamo però affidarci a una distinzione per funzione: ve ne sono 4 di fondamentali e ogni segno di interpunzione può svolgere contemporaneamente più funzioni diverse. Vediamo quali sono:
Es: Non ho mangiato la mela. Era marcia. (Potrei aver mangiato altro) Non ho mangiato. La mela era marcia. (Non ho mangiato nulla)
Es. Non potendo decidere altrimenti, ci andò.
Es. Allora Parti? Allora parti! Allora parti… Può un segno, o una combinazione di segni, sostituire un’intera frase? La risposta è sì. Es: (?) (?!) (!) (!?) Si ha la funzione metalinguistica o di commento quando si dà vita a un intervento esterno al testo stesso, come ad esempio nelle precisazioni del redattore o del traduttore di un testo [Ndr], [Ndt] o quando si usano le virgolette “ ” per indicare una particolare accezione di un termine o una distanza da un’espressione utilizzata da altri. Es. Il “gigante buono” altro non era che un volgare assassino. Fatto un breve accenno alle funzioni che possono rivestire, in generale, i segni di interpunzione, cominciamo in questo “primo atto” – citando Totò – a parlare di tre segni in particolare: punto, due punti, punto e virgola, per l’appunto! Uso del punto fermoIl punto indica una pausa forte che conclude una frase o un periodo. Si tratta del segno di interpunzione più antico, che spesso viene utilizzato in vece di altri segni, come i due punti e il punto e virgola. Il punto si usa anche nelle abbreviazioni (sig., ecc., dott. e via dicendo). Attenzione: quando una frase termina con un’abbreviazione, il punto fermo non si somma a quello dell’abbreviazione! Es: “[…] come il cane, il gatto, il cavallo ecc.” ( e non ecc..). Nelle sigle il punto tra le lettere può essere presente, non è un errore, ma più facilmente non viene messo (es. P.C.I. o PCI). Non va mai messo, però, nelle sigle automobilistiche (es. GB e non G.B.). Anche in alcuni marchi famosi il punto tra le lettere è ormai inutilizzato, in quanto le singole parole hanno perso significato (es. FIAT -Fabbrica Italiana Automobili Torino). Uso dei due puntiLa funzione dei due punti è tradizionalmente quella di chiarire, esplicitare, argomentare quanto è stato espresso in precedenza. A volte, tuttavia, può trovarsi al posto del punto e virgola. Nella pubblicità e nei titoli giornalistici può essere utilizzato per separare due elementi giustapposti (es: Tremonti: la crisi non è finita – da Repubblica del 7 gennaio 2011). Uso del punto e virgolaIl punto e virgola è stato inventato nel 1501 a Venezia dal tipografo Aldo Manunzio, che lo introdusse in un’edizione del Petrarca. Esso indica una pausa più forte della virgola, ma meno del punto fermo. Spesso l’uso dipende molto dalle abitudini di chi scrive tuttavia, in linea generale, possiamo individuarne tre usi principali:
Ci vediamo alla prossima puntata! Leggi anche – L’uso delle maiuscoleChe scusate se sono poche?T: Che, scusate se sono poche, ma settecentomila lire, punto e virgola, noi, noi ci fanno specie che quest'anno, una parola, quest'anno c'è stato una grande moria delle vacche, come voi ben sapete! Punto!
Come diceva Totò Abbondandis?“Melius deficere quam abundare,o,come diceva Totò :"abundantis abundantibus"”
Quando è stato fatto il film Totò Peppino e la malafemmina?Regia di Camillo Mastrocinque. Un film Da vedere 1956 con Totò, Peppino De Filippo, Dorian Gray, Teddy Reno, Vittoria Crispo. Cast completo Genere Comico - Italia, 1956, durata 118 minuti.
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