Ulisse e il ciclope polifemo versione latino

Vespere Polyphemus, postquam a paucis reverterat et pecus in speluncam redegerat, molem saxeam ingentem ad ianuam opposuit, Ulixem cum miseris sociis includens. Tum Ulixes exquisitas epulas et utrem vini generosi Cyclopi praebuit, hospitalitatem petens: “Esto misericors et clemens – inquit – in nos supplices et peregrinos laborantes; si autem crudelis fueris, Iuppiter, hospitum defensor, te puniet”. Sed Polyphemus, contemnens omnia deorum hominumque iura, acerbe respondit: “Iovem non metuo” et mox duos Ulixis socios necavit devoravitque. Tam atroci spectaculo perterritus, callidus Ulixes Cyclopem singulari artificio decepit ceteros servare temptans; multa pocula inebriantis vini Neptuni filio dedit donec is graviter dormivit. Tum Graecus dux per somnum monstri unum oculum trunco ardenti excussit et crudelem pastorem excaecavit. Postea Ulixes ac superstites socii e spelunca incolumes evaserunt et celeriter ad naves contenderunt.

Di sera Polifemo, dopo che era tornato dai pascoli e aveva ricondotto il gregge nella caverna, mise un grande masso enorme davanti all’entrata, chiudendo dentro Ulisse con gli sventurati compagni. Allora Ulisse, offrè al Ciclope squisite vivande e un otre di vino nobile, invocando l’ospitalità: “Sii misericordioso e clemente” – disse – “verso di noi supplici e stranieri affaticati; se sarai crudele, Giove, protettore degli ospiti, ti punirà”. Ma Polifemo, disprezzando ogni giuramento degli dei e degli uomini, rispose aspramente: “Non temo Giove” e subito uccise e divorò due compagni di Ulisse. Sconvolto da uno spettacolo tanto atroce, l’astuto Ulisse ingannò il ciclope con un singolare stratagemma cercando di salvare gli altri (compagni); diede molte coppe di vino inebriante al figlio di Nettuno finchè egli si addormentò pesantemente. Allora il comandante greco durante il sonno del mostro cavò il solo occhio con un tronco ardente ed accecò il crudele pastore. In seguito Ulisse e i compagni superstiti uscirono incolumi dalla caverna e velocemente si diressero alle navi.

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Testo

Ulisse e Polifemo
Ulixes cum Ilio in patriam Ithacam reveniret, tempestate ad Cicones est delatus, quorum oppi dum Ismarum expugnavit praedamque sociis distribuit. Inde ad Lotophagos naves appulit, nomine minime malos, qui loton ex foliis florem edebant. Inde ad Cyclopem Polyphemum, Neptuni filium, pervenit. Cyclops media fronte unum oculum habebat et carnem humanam edebat: qui postquam pecus in spelonca redegerat, molem sabea ingentem ad ianuam opponebat. Is Ulixem cum sociis inclusit sociosque eius consumere coepit. Ulixes cum non resisteret Cyclopis immanitati atque fetitati, vino inebriavit et post dixit: «Mihi nomen est Utis». Itaque cum oculum eius trunco ardent exureret, Polyphemus clamore suo ceteros Cyclopes convocavit et eis dixit: «Utis me excaecat». Sed illi neglexerunt; Ulixes socios suos ad pecora alligavit et ipse se ad arietem et ita exierunt.

Traduzione:
Ulisse mentre tornava da Troia verso la patria Itaca, fu trasportato dalla tempesta verso i ciconi, dei quali conquistò la città ismara e distribuì il bottino agli alleati. Quindi fece approdare le navi verso i lotofagi, uomini per nulla malvagi, i quali mangiavano il fiore di loto dalle foglie. Quindi giunse dal ciclope Polifemo, figlio di Nettuno. Il ciclope aveva un solo occhio in mezzo alla fronte e mangiava carne umana: il quale dopo che aveva ricondotto il gregge nella spelonca, metteva davanti alla porta un peso di pietra ingente. Egli rinchiuse Ulisse con i compagni e cominciò a mangiare i suoi compagni. Ulisse non resistendo alla crudeltà e alla ferocia del ciclope, inebriò (lui) con il vino e dopo disse: «Il mio nome è nessuno». Perciò bruciando il suo occhio con un tronco ardente, Polifemo chiamò con il suo grido gli altri ciclopi e disse loro:«Nessuno mi acceca». Ma quelli non lo tennero in considerazione; Ulisse legò i suoi compagni alle pecore ed egli stesso all’ariete e così uscirono.

Scarica Ulisse e Polifemo e più Versioni in PDF di Latino solo su Docsity! Ulisse e Polifemo Ulixes,callidus vir Graecus insulaeque Itacae rex,diu,Iunonis voluntate,mare peragravit,antequam perveniret domum. Olim Ulixes cum sociis ad Siciliam devenit et in Cyclopum insulam appulit.Cyclopes,genus ferum et agreste,unum oculum media fronte habebant et in speluncis iuxta mare vivebant.Ingenti corporis vi praediti,pastorum vitam ducebant;piscibus vel ovium carne aut caseo famem exstinguebant, aqua et lacte sitim.Ulixes cum paucis sociis in speluncam Polyphemi,Neptuni filii,intravit et Cyclops,hospitalitatis immemor,miseros homines in antro clausit :nonnulli etiam temnebat.Tum Ulixes Cyclopem singulari artificio decepit :vinum Polyphemo praebuit et per somnum turpis monstri unum oculum trunco ardenti exussit. Postea callidus Ulixes socios suos ad pecora alligavit et se ad arietem: ita omnes incolumes e spelunca evaserunt Ulisse,uomo greco coraggioso e re dell’ isola di Itaca,a lungo navigò per il mare per volontà di Giunone,prima di ritornare in patria. Una volta Ulisse approdò con i compagni in Sicilia e sbarcò nell’ isola dei ciclopi. I ciclopi, gente feroce e selvaggia,avevano un solo occhio in mezzo alla fronte e vivevano in grotte vicino al mare. Muniti di ingente forza fisica,conducevano la vita dei pastori;si sfamavano con pesci,con carne di pecora e formaggio,si dissetavano con acqua e latte.Ulisse con pochi compagni entrò nella spelonca di Polifemo,figlio di Nettuno e il ciclope dimenticandosi dell’ospitalità chiuse i miseri uomini nel suo antro:alcuni furono anche divorati Allora Ulisse ingannò il ciclope con un singolare raggiro offrì a Polifemo del vino e durante il sonno accecò con un tronco ardente il solo occhio del turpe mostro Poi l'astuto Ulisse legò i suoi compagni alle pecore e sè stesso ad un ariete: così fuggirono dallacaverna tutti sani e salvi

Come disse Ulisse a Polifemo?

Ulisse, astutamente, gli rispose allora di chiamarsi "Nessuno"; "E io mangerò per ultimo Nessuno", fu il dono del ciclope. Dopodiché Polifemo si addormentò profondamente, stordito dal vino. Qui Ulisse mise in atto la seconda parte del suo piano.

Come si chiama il Ciclope di Ulisse?

Polifemo (gr. Πολύϕημος) Ciclope, figlio di Posidone e della ninfa Toosa. Nel 9° libro dell'Odissea è un rozzo e bestiale pastore monocolo, che, dopo aver divorato alcuni compagni di Ulisse, è da questo ubriacato e accecato con un palo aguzzo; non riesce perciò a prendere Ulisse e i compagni, che fuggono dalla ...

Dove Ulisse ha incontrato Polifemo?

L'incontro fu fortuito: sconfitta la città di Troia, Ulisse cominciò il suo viaggio di ritorno verso Itaca, ma una una tempesta lo portò sull'Isola Lachea, terra dei Ciclopi, giganti muniti di un solo occhio, posto in mezzo alla fronte.

Come e Polifemo?

Per quanto riguarda l'aspetto fisico Polifemo è un mostro: egli è gigantesco, ha un solo occhio al centro della fronte e ha un modo di essere e di fare molto rude. Come lui anche gli altri Ciclopi non sono certo dei galantuomini.