Lavorare di notte e dormire di giorno

Se sei tra coloro che svolgono un lavoro impostato sui turni e' meglio che tu sia prudente: sei infatti esposto a maggiori rischi per la tua salute rispetto a chi segue un ritmo di vita più normale. Esserne al corrente vuol dire disporre delle giuste armi per ridurre al minimo i margini di rischio e vivere meglio, e più a lungo. Dormendo comunque il più possibile.

Il lavoro a turni è una modalità di impiego sempre più diffuso, legato a forme di lavoro più tradizionali , come l'infermiere o il medico, oppure a nuove tipologie di lavoro che sfruttano l’interconnessione tra le varie parti del mondo. Il risultato è che il 10 per cento di chi non rispetta il ritmo naturale sonno-veglia per motivi di lavoro ha disturbi del sonno, come sonnolenza diurna e insonnia, con notevoli implicazioni nella vita quotidiana.

Nei "lavoratori turnisti costretti a forzare in continuazione i loro ritmi naturali, le registrazioni elettroencefalografiche hanno rivelato addormentamenti spontanei e ripetuti nel corso del turno di notte, episodi estremamente insidiosi per il lavoratore che si addormenta continuando a mantenere la sua posizione di lavoro” ci ha confermato il Dott. Giorgio Odone, Medico Chirurgo Specialista in Neuropsichiatria Infantile Psicoterapeuta Psichiatra presso l'Ospedale di Treviglio (BG).

Inoltre la maggior parte di chi lavora su più turni non riesce spesso a prendere sonno quando ha la possibilità di dormire, oppure ha un sonno di pessima qualità, perché ridotto in durata o alterato (per esempio carente di fase REM). Non recuperando adeguatamente il proprio riposo, la propensione alla sonnolenza aumenta, diventa più elevato il rischio di avere colpi di sonno, l’efficienza psico-motoria peggiora e le performance si riducono drasticamente.

Può sembrare strano, in un momento difficile per il mercato del lavoro, suggerire di fare gli schizzinosi ed escludere, dal novero delle possibilità, impieghi che richiedono un certo sacrificio, o almeno un non perfetto allineamento alla normalità. Infatti non vogliamo dire questo.

Diciamo solo che occorre sapere che i lavori che portano ad alterare il ciclo sonno-veglia possono avere delle conseguenze negative sul lavoratore, sia nel breve periodo sia a più lunga distanza. Abbiamo affrontato con una certa frequenza il tema delle conseguenze di un riposo non adeguato, per quantità e per qualità. Oggi sono disponibili dati che fanno ulteriormente riflettere.

Secondo le ultime ricerche infatti chi ha svolto una professione notturna per più di dieci anni ha una capacità mentale comparabile a quella di un individuo più vecchio di sei anni e mezzo. Ma non solo: tra i lavoratori che seguono i turni è stata registrata una crescita del 23 per cento dei rischi di infarto, un aumento del 24 per cento di eventi coronarici e un 5 per cento in più di incidenza di ictus rispetto a chi invece lavora con orari costanti. Rischi che aumentano per chi ha un impiego che implica turni di notte: il rischio di patologie cardiovascolari aumenta del 41 per cento (fonte: British Medical Journal).

Alterare il ritmo circadiano, il nostro orologio interno che regola il momento del sonno e della veglia, oltre a provocare conseguenze sul cervello e sulla memoria, può influenzare negativamente anche il battito cardiaco, le onde cerebrali e la moltiplicazione delle cellule, aumentando il rischio di andare incontro alle patologie già descritte.

                                             

Lavorare di notte e dormire di giorno

 Come minimizzare i danni?

Sappiamo bene che molto spesso, soprattutto in questi periodi di difficoltà, non è possibile poter scegliere o eliminare la turnazione lavorativa. La cosa più importante è comunque tenere presente le considerazioni già fatte, sottoporsi a frequenti controlli medici, prestare maggiore attenzione ad eventuali sintomi e adottare abitudini di vita salutari. E’ però importante almeno cercare di seguire alcune indicazioni per minimizzare i danni di questo tipo di lavoro:

  • Ridurre l’esposizione alla luce indossando un paio di occhiali scuri dopo un turno di notte;
  • Cercare di mangiare poco e spesso invece di pranzare negli orari scelti dai propri famigliari;
  • Non assumere caffè nelle cinque ore precedenti il sonno;
  • Concedersi un pisolino prima o dopo il turno;
  • Rispettare gli orari del sonno dettati dalla turnazione anche nei fine settimana;
  • Evitare rumori fastidiosi che impediscono l’addormentamento;
  • Non praticare ginnastica e sport nelle ore precedenti il sonno;
  • Dormire in un ambiente tranquillo che favorisca un sonno ristoratore;
  • Dormire in un letto confortevole
  • Prediligere prima del turno cibi proteici come carne e pesce; riservare i carboidrati che favoriscono l’addormentamento alla fine del turno;
  • Non mettersi alla guida dopo una notte insonne, ma usare i mezzi pubblici.

      

Lavorare di notte e dormire di giorno
 

      Consigli per un sonno ristoratore sulla guida del Consorzio Come dormire bene in collaborazione con: 

       l'AIMS_Associazione Italiana Medicina del Sonno                                                            

Come dormire quando si lavora di notte?

Il momento migliore per dormire per chi svolge un lavoro notturno è la mattina, svegliandosi naturalmente senza impostare la sveglia. Quando è possibile sarebbe bene fare un sonnellino di circa 90 minuti anche nel pomeriggio.

Cosa succede al corpo quando si lavora di notte?

Lavoro notturno e digestione Pertanto, il lavoro notturno può agire sulle funzioni digestive causando un significativo rallentamento dei normali processi causando la comparsa di dolori di stomaco, alla pancia, gonfiore, stitichezza e difficoltà digestive.

Quante ore bisogna dormire dopo il turno di notte?

Dormire bene prima del turno: sarebbe essenziale che il mattino precedente l'inizio del turno di notte fosse dedicato al sonno, in modo da iniziare la giornata ben riposati. Durante il pomeriggio, poi, è consigliabile dormire almeno 1 ora o poco più, per poi svegliarsi ed essere pronti ad affrontare la notte in bianco.

Quanto fa male lavorare di notte?

Il WHO nel 2007 ha classificato il lavoro notturno come probabile agente cancerogeno. Oltre al legame con il cancro e il rischio cardiovascolare, ci sono altre patologie croniche quali il diabete, l'ipertensione, la stanchezza cronica, e insonnia.