Gli estintori e gli idranti sono misure di protezione attiva

Installazione e manutenzione di sistemi per la protezione attiva e passiva degli incendi

Per prevenzione incendi si indica il complesso delle attività messe in atto per prevenire il rischio e/o per evitare il sorgere di un incendio. Questa definizione porta con sè il suo carattere generale e “tralascia”, nello specifico, l’ambiente o l’attività da considerare per le relative azioni legate alla prevenzione e protezione passiva o attiva antincendio. Le attività o gli ambienti in cui si possa attivare una seria prevenzione degli incendi sono varie e diverse, tra le tante possiamo citare. Ad esempio, una struttura pubblica, uno stabilimento industriale, un magazzino o un negozio.

Infatti, nei luoghi lavorativi, è compito del datore di lavoro stilare una attenta valutazione obbligatoria dei rischi e la prevenzione di un incendio, come già stabilito dal Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Come già accennato, le attività o le azioni che intervengono nel diminuire l’insorgere di un incendio si definiscono come azioni di prevenzione, quelle invece che intervengono per minimizzare o diminuire i danni sono denominate in azioni di protezione e sono classificate rispettivamente in passiva e attiva.

La Renato Civita Antincendio e Sicurezza, a Gravina di Catania, fornisce, installa e manutenziona elementi e misure di protezione passiva/attiva sia per privati che per contesti commerciali o aziendali. Scopri l’ampio catalogo e contattaci per informazioni o per richiedere una consulenza gratuita.

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Gli estintori e gli idranti sono misure di protezione attiva

La protezione attiva antincendio

Si definiscono dispositivi di protezione attiva tutti quegli elementi che svolgono un ruolo attivo nel domare un incendio, attenuando le sue conseguenze attraverso una sua rapida rilevazione che tramite una tempestiva estinzione nella fase di accrescimento delle fiamme.

Quindi, le misure di prevenzione e protezione attiva antincendio sono capaci di controllare un ambiente per segnalare il prima possibile l’insorgere di un incendio e sollecitare i presenti o gli occupanti verso un’improvvisa e veloce fuga controllata. Inoltre, le protezioni antincendio previste, relative a un’emergenza appena rilevata/rivelata, possono domare, sia manualmente che automaticamente, il susseguirsi dell’incendio e, in casi specifici, riuscire anche a domarlo.

I principali e più comuni sistemi di protezione attiva sono:

  • estintori;
  • naspi antincendio e idranti;
  • sprinkler antincendio;
  • evacuatori di fumo e calore;
  • rilevatori di fumo;
  • segnaletica antincendio di sicurezza;
  • sistemi d’allarme antincendio
  • illuminazione di emergenza.

La protezione passiva antincendio

Invece, si definiscono dispositivi di protezione passiva tutte quelle misure adatte a contenere l’impatto e/o i danni di un incendio nello spazio e nel tempo. Nonchè salvaguardare l’incolumità delle persone o cose e limitare gli effetti nocivi dei gas da combustione senza bisogno dell’intervento umano o di un impianto antincendio.

I principali e più comuni sistemi di protezione passiva sono:

  • strutture con resistenza al fuoco commisurata ai carichi d’incendio;
  • compartimentazione e separazioni;
  • barriere antincendio come i muri tagliafuoco;
  • distanze di sicurezza interne ed esterne;
  • bassa reattività dei materiali utilizzati al fuoco;
  • sistemi di ventilazione;
  • sistemi di vie d’uscita, ad esempio le porte tagliafuoco, dimensionate opportunamente in base al massimo affollamento ipotizzabile.

Tra le misure di protezione passiva dal fuoco vi è da citare la resistenza al fuoco. Cioè quel determinatointervallo di tempo di esposizione di un elemento strutturale a un incendio, durante il quale la struttura mantiene i requisiti progettuali di stabilità meccanica, tenuta ai prodotti della combustione e isolamento termico. Una buona tenuta dell’elemento, durante un incendio, consente quindi un esodo agevole agli occupanti di un edificio, salvaguardando la loro sicurezza.

Con resistenza al fuoco, quindim si identifica la peculiare facoltà di una struttura o edificio a conservare:

  • resistenza (R), capacità di conservare la resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco;
  • ermeticità (E), capacità di non lasciar passare né produrre, se sottoposto all’azione del fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas sul lato non esposto al fuoco;
  • isolamento termico (I), capacità di ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore.

Con si identifica dunque un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato lasso di tempo, stabilità, tenuta e isolamento termico. La sigla REI, infatti, viene apposta sui strumenti di protezione passiva e viene seguita da un numero n che ne rappresenta la classe di resistenza al fuoco.

Le classi di resistenza al fuoco sono: 10, 15, 20, 30, 45, 60, 90, 120, 180, 240 e 360, ed esprimono il tempo, in minuti primi di esposizione alla curva nominale ISO 834, durante il quale la resistenza al fuoco deve essere garantita.

Quali sono le misure di protezione attiva?

La protezione attiva, invece, individua tutte le apparecchiature atte a rilevare, limitare e contenere un incendio (estintori, reti idranti, impianti di estinzione automatica, ecc.…) Nel seguente articolo, verranno trattate le misure di protezione attiva e passiva al fuoco.

Quali sono le misure di protezione attiva e passiva?

La protezione attiva per definizione presuppone l'azione dell'uomo o l'intervento di un impianto. Per Protezione Passiva si intendono invece tutte le misure atte a ridurre le conseguenze di un incendio senza il necessario intervento da parte dell'uomo o l'attivazione di un impianto.

Cosa sono gli strumenti di protezione attiva?

Gli strumenti della protezione attiva La protezione attiva riguarda tutti quegli accorgimenti messi in atto per ridurre le conseguenze dell'incendio, proteggendo cioè gli ambienti e le persone sia con una sollecita rivelazione dell'incendio sia con una rapida estinzione nella prima fase di sviluppo.

Che tipo di protezione sono le distanze di sicurezza?

- distanze di sicurezza esterne: proteggono elementi esterni al complesso; -distanza di protezione: distanza misurata orizzontalmente tra il perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di un'attività e la recinzione (ove prescritta) o il confine dell'area”.