Per chi ha scritto il cielo in una stanza gino paoli

Per chi ha scritto il cielo in una stanza gino paoli

Per chi ha scritto il cielo in una stanza gino paoli

«Ad esempio, io avevo la volontà di descrivere l’orgasmo: il fare l’amore e quell’attimo dopo tu sei proiettato nell’infinito, sei tutto e non sei niente. Quel momento, puoi provarci cento volte, ma non riuscirai mai a descriverlo. Però se tu descrivi come una spirale tutto quello che c’è intorno, è come se ricostruissi il centro [...]. Così ho scritto Il cielo in una stanza: le pareti, la finestra, la musica da fuori, ed ho cercato di ricostruire il momento» (Angiolani 2004).

Tra le canzoni più amate di tutti i tempi, portata al successo inizialmente da Mina (Paoli non figurava nei credits perché non ancora iscritto alla SIAE), tradotta in quattro lingue, sette milioni di copie vendute nel mondo, Il cielo in una stanza è un esempio significativo e precoce delle novità apportate ai testi dai cantautori genovesi: il brano si presenta completamente destrutturato, con quattro strofe di lunghezza differente, l’assenza di un vero e proprio ritornello e come chiusa, dopo un intermezzo strumentale, un congedo che riprende l’ultima strofa. Notevole anche la quasi totale mancanza di rime o ritorni fonetici.

Inoltre, anche se il tema dell’orgasmo non si presentava palesemente agli ascoltatori dell’epoca, è originale la descrizione surreale ma al tempo stesso figurativa, si direbbe pittorica, dell’incontro amoroso. Si è di fronte ad una reificazione dei sentimenti: dominano le forme (stanza, pareti, alberi, soffitto), i colori espliciti o evocati (il verde degli alberi, l’azzurro del cielo e, su tutti, il viola del soffitto, concreto riferimento alle stanze di una casa d’appuntamenti), fino ai suoni dell’ultima strofa (suona un’armonica/ mi sembra un organo/ che vibra per me e per te).

In assenza di rime e ritornelli i legami interni sono sostenuti soprattutto dalle riprese di vocaboli: le anadiplosi (alberi vv.2-3; no, non v. 7; niente v. 12) e le anafore (soprattutto cielo, me, te, vere parole chiave del testo). Le scelte lessicali (equilibrate per stile, registro e suono, si direbbe quasi stilnoviste) consolidano l’alchimia di questo piccolo capolavoro.
 

Quando sei qui con me
questa stanza non ha più pareti
ma alberi,
alberi infiniti.
Quando sei qui vicino a me
questo soffitto viola
no, non esiste più.
Io vedo il cielo sopra noi
che restiamo qui
abbandonati
come se non ci fosse più
niente, più niente al mondo.
Suona un’armonica
mi sembra un organo
che vibra per te, per me
su nell’immensità del ciel.

Marzio Angiolani
[Da: Italia linguistica: gli ultimi 150 anni, nuovi soggetti, nuove voci, un nuovo immaginario, a cura di Elisabetta Benucci e Raffaella Setti, Firenze, Le Lettere, 2011, pp. 82-83].

Per chi ha scritto il cielo in una stanza gino paoli

Mahmood e Blanco hanno conquistato la vetta della classifica del Festival di Sanremo 2022 nel corso della terza serata, spodestando Elisa secondo i giudizi di Demoscopica 1000 e Televoto.

Il duo non avrà ospiti al fianco nella serata delle cover in programma venerdì 4 febbraio. La canzone scelta è un grande classico di Gino Paoli, Il cielo in una stanza. Ecco il significato del brano.

Il cielo in una stanza, significato

Quando si parla de Il cielo in una stanza si pensa, oggi, a un grande classico, scritto da un Gino Paoli che nell’immaginario generale ha l’aspetto odierno. Aveva però appena 25 anni quando scrisse questo capolavoro.

Lo stesso autore ha descritto il brano come il racconto di un incontro con una prostituta. Il tutto avvenuto in un bordello di Genova, riconoscibile dal soffitto viola. La passione travolge entrambi, persi nello spazio e nel tempo. Le emozioni hanno la meglio e quella stanza si fa mondo.

Inizialmente il brano uscì senza il suo nome, bensì quella di Mogol-Toang. Il motivo è presto svelato. Al tempo Paoli non era ancora iscritto alla SIAE. Il cantautore ha spiegato come il brano fosse stato rigettato da molti, fino alla registrazione di Mina: “Tony De Vita, che aveva curato l’arrangiamento, mi disse che sarebbe stato un successo mondiale. Disse che Mina aveva pianto dopo aver finito di cantarla. Con lei si sono commossi tutti i musicisti”. Ha analizzato il testo, molti anni dopo, sottolineando come si concentri sul momento dell’orgasmo, in un rapporto con una prostituta: “Un gesto umano e al tempo stesso mistico, che proietta in una dimensione dove sei tutto e niente”.

Il cielo in una stanza, testo

Quando sei qui con me

Questa stanza non ha più pareti

Ma alberi

Alberi infiniti

Quando sei qui vicino a me

Questo soffitto viola

No, non esiste più

Io vedo il cielo sopra noi

Che restiamo qui

Abbandonati

Come se non ci fosse più

Niente, più niente al mondo

Suona un’armonica

Mi sembra un organo

Che vibra per te e per me

Su nell’immensità del cielo

Suona un’armonica

Mi sembra un organo

Che vibra per te e per me

Su nell’immensità del cielo

Per te e per me

Nel cielo

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Come è nata la canzone Il cielo in una stanza?

Ispirazione e contenuto. Come raccontato dallo stesso Paoli, il testo descrive l'incontro con una prostituta avvenuto in un bordello di Genova riconoscibile dal "soffitto viola". Nonostante l'argomento trattato, è considerata una delle più rilevanti espressioni della canzone d'autore italiana e un capolavoro artistico.

Cosa significa il cielo in una stanza?

«Il cielo in una stanza» è dedicata a una prostituta Il cielo in una stanza racconta l'orgasmo, lo ha confermato di recente lo stesso Paoli: «È una canzone dedicata a un gesto umano, ma mistico, che proietta in una dimensione dove sei tutto e niente.

Chi canta Il cielo in una stanza poltrone e sofà?

Ragnar Kjartansson, The Sky in a Room, 2018. Performer, organo e la canzone Il Cielo in una Stanza di Gino Paoli (1960).

Quando sei qui con me Chi la canta?

Gino PaoliIl cielo in una stanza / Artistanull