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Che cos’è l’ernia iatale?L’ernia iatale è una delle patologie più incomprese in ambito medico che spesso viene chiamata in causa a sproposito. Infatti, a causa dei sintomi digestivi che caratterizzano questa condizione, i pazienti sono abituati a dare all’ernia iatale più colpe di quelle che avrebbe. Tra i disturbi più citati e motivo di richiesta di consiglio al medico ci sono:
Da un punto di vista anatomico l’ernia consiste in un passaggio (erniazione) di parte dello stomaco attraverso un’apertura (iato esofageo/diaframmatico) del diaframma, il muscolo che sostiene i
polmoni e che separa la cavità toracica da quella addominale. L’ernia dello iato altera la funzionalità del sistema con cui si apre e chiude la bocca dello stomaco (sfintere esofageo). Quando il sistema non si chiude più bene, a causa del riversamento del contenuto dello stomaco nell’esofago, si ha il rigurgito, il reflusso acido o l’eruttazione, se il contenuto è l’aria introdotta durante la respirazione e la deglutizione. Un altro sintomo caratteristico dell’ernia iatale è la comparsa di extrasistoli o
tachicardia, soprattutto dopo i pasti. Altri sintomi che possono suggerire la presenza di ernia iatale comprendono la disfagia, cioè la sensazione di una difficoltà nel passaggio del bolo alimentare attraverso la giunzione tra esofago e stomaco, sensazione di un nodo (corpo estraneo) in gola e una salivazione notevole e fastidiosa. Ernia iatale. Un disturbo diffusoCirca il 10-15% degli italiani soffre di ernia iatale. Il reflusso gastroesofageo, sintomo che accompagna il disturbo, interessa praticamente un italiano su tre. Di solito il problema si manifesta dopo i 50 anni, ma l’ernia dello iato è presente nella quasi totalità di coloro che hanno superato gli 80. Il sesso femminile e il sovrappeso sono le altre condizioni che favoriscono lo sviluppo di questo disturbo. I sintomi del reflusso gastroesofageo (bruciore di stomaco e
retrosternale, difficoltà a deglutire, tosse secca, alitosi), vengono spesso sottovalutati e percepiti come un disturbo passeggero. Sintomi dell'ernia iataleL’ernia iatale (come descritto nell'articolo di Medscape), come tale, non provoca particolari disturbi, ma crea le condizioni per lo sviluppo di altre patologie. I sintomi iniziali possono essere simili a quelli dell’esofagite:
A volte il dolore si irradia dallo stomaco (zona epigastrica) al collo e nella schiena tra le scapole, si avverte, formicolio e addormentamento del braccio sinistro, tanto che,
per intensità e durata, può essere del tutto simile a un dolore di origine cardiaca come una crisi anginosa. In particolare, questi sintomi possono peggiorare in occasione di sforzi intensi o durante la gravidanza, situazioni che aumentano la pressione intraddominale.
La severità dei sintomi varia in base al tipo e dimensione dell’ernia. Spesso, proprio per la molteplicità dei sintomi, quando si ha mal di pancia o la digestione risulta difficile, si tende a dare la colpa all’ernia iatale. Ma non è sempre colpa sua. L’ernia iatale, di solito, non provoca dolori forti che invece possono essere causati da altre patologie, come ad esempio dall’ulcera peptica o addirittura da malattie cardiache. Quando si soffre di dolori alla parte alta dello stomaco o di cattiva digestione, non bisognerebbe dare subito la colpa all’ernia iatale, ma piuttosto andare dal medico per un controllo approfondito. Cause dell'ernia iataleIndipendentemente dalla causa, l’ernia siformaquandouna parte dello stomaco fuoriesce verso l’alto,
nella cavità toracica, perché l’apertura (iato) all’interno del muscolo diaframmatico si è allargata. Normalmente lo iato è talmente piccolo che aderisce perfettamente all’esofago. Lo stomaco, nella normalità dei casi, si trova interamente sotto il diaframma. In alcune persone però lo iato (l’apertura nel diaframma) si indebolisce e si allarga, spesso senza una causa apparente, e una porzione dello stomaco passa attraverso questa cavità. Tale condizione compromette la corretta chiusura della bocca dello stomaco e predispone alla comparsa di reflusso ed esofagite. Un aumento della pressione a livello addominale, dovuta a varie ragioni, è tra le cause di questo disturbo, ma non si esclude che ci possa essere anche una componente ereditaria, come uno iato particolarmente ampio dalla nascita (congenito). Tra le ipotesi sull’origine dell’ernia iatale, le più accreditate riguardano la questione meccanica e l’aumento della pressione a livello addominale a carico del diaframma. In questo senso, sono da considerare condizioni come uno sforzo eccessivo effettuato durante l’esercizio fisico (come ad esempio il sollevamento pesi), la tensione quando si deve
defecare, ma anche un forte trauma addominale. Alcune alterazioni anatomiche possono favorire lo sviluppo dell’ernia. Un’eccessiva apertura dello iato esofageo (bocca dello stomaco) può rendere più facile lo spostamento dello stomaco e velocizzare la formazione dell’ernia. Tra i fattori predisponenti figurano anche la perdita di elasticità della giunzione gastroesofagea (sfintere cardias) o la riduzione, a causa di altre patologie, della lunghezza dell’esofago che rende più facile la risalita di una porzione dello stomaco nel torace. Fattori di rischio di ernia iataleI principali fattori di rischio sono:
Questo disturbo è più frequente nelle donne che negli uomini, probabilmente a causa dalle forze intra-addominali che vengono esercitate in gravidanza. Tipi di ernia iataleL’ernia iatale può essere di quattro tipi, come specificato nell'articolo:"Approaches to the Diagnosis and Grading of Hiatal Hernia".
Conseguenza dell’ernia iataleNella
maggioranza dei casi una piccola ernia non dà problemi, tanto che se ne può ignorare la presenza per tutta la vita. Molti pazienti ricevono la diagnosi in modo del tutto casuale durante accertamenti medici richiesti per altre ragioni. Disturbi e patologie correlate dell'ernia iataleLe principali complicazioni dell’ernia iatale riguardano il bruciore di stomaco cronico e l’infiammazione cronica del tratto inferiore dell’esofago (esofagite da reflusso). Il sanguinamento cronico delle ulcere nel tratto inferiore dell’esofago, possono causare anemia. Il restringimento del tratto inferiore dell’esofago, inoltre, può causare difficoltà
nella deglutizione. La qualità del sonno può essere compromessa per li riversamento delle secrezioni dello stomaco nell’esofago e, in alcuni casi, nei polmoni, causando tosse cronica, dispnea (asma) e addirittura la polmonite. L’ernia mista, in particolare può causare problemi gravi,
come ad esempio difficoltà respiratorie o grave dolore allo sterno, soprattutto nelle persone anziane.
Ernia iatale. Quando rivolgersi al medicoAlcuni sintomi portano alla decisione di consultare il medico: il reflusso, la tachicardia notturna, sono cenni clinici che non vanno sottovalutati. Anche il peggioramento dei sintomi di un’ernia iatale nota o il mancato miglioramento in seguito alla terapia, come la comparsa di nuovi disturbi, sono altre situazioni che richiedono un approfondimento dal medico. Diagnosi di ernia iataleIl medico che, in base ai segni clinici, sospetta una malattia del giunto esofagogastrico, può richiedere degli esami che impiegano diverse metodiche diagnostiche:
In alcuni casi, quando ad esempio la terapia medica non ha portato ai risultati sperati e si può ipotizzare il ricorso a un intervento chirurgico dell’ernia iatale e della malattia da reflusso gastroesofageo, possono essere previste procedure diagnostiche di secondo livello: la Ph-metria e la manometria. Queste due procedure studiano contemporaneamente due aspetti del problema.
Cura e rimedi per l'ernia iataleIl trattamento coinvolge soprattutto le abitudini alimentari e lo stile di vita. La terapia farmacologica è necessaria quando l’ernia provoca sintomi evidenti, come ad esempio il bruciore di stomaco cronico o una difficoltà di deglutizione. Anche per l’infiammazione e per le ulcere del tratto inferiore dell’esofago è necessario ricorrere alle medicine. L’ernia iatale richiede un’attenzione particolarmente accurata da parte del paziente. La persona che ha questo problema infatti nota che, nella manifestazione dei sintomi, è molto importante l’atteggiamento mentale nei confronti della malattia e della sua terapia. Dal punto di vista pratico, soprattutto nel caso di una persona obesa o sovrappeso, ci sono dei sacrifici da affrontare per ridurre il peso e la pressione addominale: attenersi a regole alimentari precise, ridurre la quantità e fare attenzione al tipo di cibo da assumere. Come spesso accade, le medicine sono solo una parte della soluzione del problema perché, a fare la differenza, è l’impegno e la costanza del paziente nel seguire uno stile di vita adeguato. La terapia iniziale parte proprio dall’alimentazione e prevede un insieme di semplici accorgimenti come seguire una dieta equilibrata. Contro il bruciore di stomaco e l’esofagite (l’infiammazione dell’esofago) i rimedi da prendere in considerazione sono in linea con quelli previsti in caso di ernia iatale. Utile evitare di chinarsi, di fare esercizi per gli addominali, di indossare cinture strette e pancere: tutte condizioni che aumentano la pressione sull’addome e provocano il reflusso. Dal punto di vista farmacologico, il paziente dovrebbe valutare con il medico se e quali medicinali assumere, tenendo conto di altre terapie che sono in corso e che potrebbero essere tra i fattori scatenanti del disturbo. Alcuni principi attivi, come ad esempio i Fans (antinfiammatori non steroidei come aspirina e ibuprofene), riducono la protezione della mucosa gastrica e aumentano il rischio di sanguinamenti. Gli antispastici per l’intestino, i farmaci che bloccano i canali del calcio usati in cardiologia, e alcuni antidepressivi indeboliscono i muscoli che formano il tratto inferiore dell’esofago. Esistono poi farmaci efficaci nel ridurre la secrezione acida dello stomaco, mentre altri aumentano il tono muscolare della parte inferiore dell’esofago, riducendo così il reflusso. I farmaci che si usano servono per contrastare l’acidità gastrica (antiacidi), non solo per ridurre i sintomi ma per permettere la rigenerazione della mucosa esofagea sofferente. A questi si possono associare farmaci che aumentano la protezione della mucosa esofagea. L’ernia iatale è una patologia anatomica e come tale curabile solo con l’intervento chirurgico, ma anche questa soluzione può funzionare se è all’interno di una serie di attività:
Vissuto come una panacea ed in grado da solo di risolvere questo problema, anche l’intervento chirurgico potrebbe diventare inutile. La presenza dell’ernia iatale non è motivo sufficiente per ricorrere all’intervento chirurgico. I disturbi dell’ernia iatale possono essere controllati, nella maggioranza dei casi, con alcuni
accorgimenti legati allo stile di vita e con l’impiego di farmaci specifici. Quando la dieta e un’adeguata terapia farmacologica non portano un miglioramento dai sintomi, si può ricorrere al trattamento chirurgico.
Dieta per l'ernia iataleLa dieta in caso di ernia iatale punta a evitare gli alimenti e i cibi in grado di peggiorare il quadro di bruciore dello stomaco e reflusso. È utile evitare alimenti troppo caldi, che possono irritare lo stomaco, non fumare o bere alcol, perdere peso se necessario e rivedere la farmacologia se comprende farmaci che favoriscono il disturbo. Dal punto di vista delle bevande andrebbero evitate tutte quelle gasate.Evitare le abbuffate e preferire pasti leggeri durante la giornata, evita di riempire troppo lo stomaco e riduce il rischio di reflusso. Sempre contro questo disturbo, nelle due-tre ore successive al pasto è preferibile non coricarsi, perché la posizione orizzontale facilitare la risalita del contenuto gastrico. Nel letto basta alzare l’appoggio per la testa di circa 20-30 centimetri, mettendo dei cuscini o dei supporti sotto il materasso per tenere gli acidi lontano dall’esofago durante il sonno.
Intervista al Dottor Marco SonciniDirettore dell’Unità Operativa di Medicina Interna dell’Ospedale Alessandro Manzoni di Lecco e Segretario dell’Aigo (Associazione italiana gastroenterologi ospedalieri). Ernia iatale e reflusso esofageo sono due facce della stessa medaglia?L’ernia iatale non è una patologia, ma un’alterazione anatomica che fa sì che una parte dello stomaco risalga (il fondo) verso il torace. Tale condizione favorisce il reflusso del contenuto gastrico all’interno dell’esofago. Fondamentalmente l’ernia iatale si può associare al reflusso, ma non dà necessariamente sintomi e non è detto che sia sempre la causa di altri disturbi della digestione, anche se dà sintomi riconducibili a problemi digestivi. Stessi sintomi possono riferirsi a condizioni cliniche diverse che il medico e lo specialista possono individuare e curare. Quali sintomi suggeriscono di andare dal medico? O al pronto soccorso?Quando la qualità della vita è compromessa dalla presenza continuativa di sintomi riferibili a una cattiva digestione, c’è dolore alla bocca dello stomaco, rigurgito oppure nausea, vomito ricorrente, un senso di bruciore che risale dallo sterno ogni volta che si beve un goccio di vino o di caffè, è utile rivolgersi al medico che nel caso, può richiedere l’intervento del gastroenterologo. Sintomi d’allarme che possono portare al pronto soccorso comprendono: un vomito ripetuto, la presenza di sangue nel rigurgito anche nelle feci, sintomi di una perdita gastroenterica. Si può ricorrere all’ospedale quando il dolore ricorrente al petto può far pensare a un problema cardiologico come l’infarto. In questo caso la componente del dolore è particolarmente rilevante. Anche episodi di tachicardia notturna possono far pensare a un problema al cuore. Esclusa la componente cardiologica dei disturbi, si passa a indagare quella gastrica. Quali esami sono indicati per la diagnosi?La gastroscopia è un esame di routine per indagare tale disturbo, ma non è il migliore. Spesso, il 25-30% delle gastroscopie sono infatti prescritte in modo inappropriato, non hanno una motivazione. Il 90% delle persone che arrivano nell’ambulatorio di un gastroenterologo ha fatto una gastroscopia. L’endoscopia però non è la tecnica migliore per vedere l’ernia iatale, mentre lo è la radiologia con mezzo di contrasto che permette di vedere in maniera molto adeguata la presenza o meno di questa situazione. Resta inoltre da considerare che da un’analisi endoscopica non rileva il disturbo in una grande fetta di persone (60-65% dei casi) che lamentano sintomi compatibili con il disturbo. In molti casi questa dispepsia ha origine ansiose e da stress e risponde a minimi dosaggi di antidepressivi. Quali complicazioni possono presentarsi in un paziente con ernia iatale?L’ernia può restare così tutta la vita. Se è abbinata a malattia da reflusso, può dare origine a microerosioni nella sede erniata e sanguinamenti, ma non sono frequentissimi. Non è l’ernia ma la malattia da reflusso a dare complicanze come l’esofagite. Perché viene l'ernia iatale da scivolamento?traumi addominali. apertura del diaframma (iato diaframmatico) più larga del normale, presente fin dalla nascita (congenito) pressione, esercitata dalla contrazione dei muscoli addominali, causata dalla tosse, dal vomito, dagli sforzi durante l'evacuazione, dal sollevamento di pesi.
Cosa prendere per l'ernia iatale da scivolamento?Antiacidi: indicati per alleviare il bruciore di stomaco causato dall'ernia iatale. La somministrazione di questi farmaci assicura un rapido sollievo.. Nizatidina (es. Nizax, Cronizat, Zanizal): si raccomanda la dose di 150 mg di principio attivo due volte al giorno. ... . Ranitidina (es. ... . Cimetidina (es. ... . Famotidina (es.. Quanto tempo ci vuole per guarire dall ernia iatale?Nel giro di una settimana il paziente può riprendere le normali attività pur astenendosi dai lavori pesanti per almeno 2 mesi dopo l'intervento.
Quando l'ernia iatale diventa pericolosa?Quando l'ernia iatale raggiunge dimensioni considerevoli può arrivare a compromettere la dinamica respiratoria: occupando parte della cavità toracica l'ernia va infatti a sottrarre una porzione dello spazio in cui i polmoni normalmente si espandono.
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