Il vino rosso si beve caldo o freddo

Vino Rosso Freddo d'estate? Perchè no?

04/08/2020

Il vino rosso si beve caldo o freddo

Si pensa che rosso e frigorifero non vadano d’accordo: il concetto in parte è vero, ma non del tutto. Vediamo quando servire un vino rosso a basse temperature può essere un’ottima idea.
Parliamo innanzitutto di un rosso frizzante. Il Lambrusco, per esempio, nelle sue molteplici declinazioni e da una qualsiasi delle tante zone di origine, è un vino rosso di tutto rispetto che tuttavia va servito fresco, se non addirittura freddo. Soluzione da adottare non solo per contrastare la calura delle torride settimane estive, bensì da utilizzare tutto l’anno e con qualsiasi condizione climatica.

Va da sé che tutti i rossi frizzanti, giusto per fare un altro esempio possiamo citare la Bonarda vinificata vivace in Oltrepò pavese, necessitano di temperature di servizio più basse dato che il freddo enfatizza alcune caratteristiche dette “dure” del vino e lo rende più piacevole. Ne parleremo a breve.

Anche alcuni vini non frizzanti, comunque a bacca rossa, gradiscono temperature basse. Non parliamo certamente di temperature polari, nemmeno le stesse a cui si servirebbe uno spumante, ma comunque fredde, diciamo la temperatura a cui di solito serviamo un vino bianco. È il caso di alcuni rossi pugliesi, generosi di alcool e dalla nota fruttata molto abbondante, che diventa più piacevole se viene smorzata dalla bassa temperatura.

Altri vini, non perché alcolici e nemmeno perché molto fruttati, ma semplicemente perché più leggeri e acidi, sanno esprimersi al meglio se serviti qualche grado in meno. È il caso del Grignolino del Monferrato, di alcune Freisa non troppo strutturate, della Lacrima di Morro d’Alba, nelle sue versioni più giovani e fresche.
Ecco dunque che un impenetrabile rosso scuro viene servito a temperature particolarmente basse senza che il vino ne perda, anzi, e senza che il Sommelier si scandalizzi, anzi.

Il freddo però, va ricordato, non è un rimedio contro la calura estiva. Non raffreddiamo il vino perché ci rinfreschi, ma per godercelo meglio. Vediamo perché.
Al calare della temperatura vengono enfatizzate le sensazioni dette dure: acidità, sapidità, effervescenza, tannino. Al contrario si comprimono e sono meno percepibili gli aspetti gustativi detti morbidi: alcolicità, dolcezza, morbidezza. Ecco perché il Lambrusco va servito fresco: per enfatizzare acidità ed effervescenza, oltre al tannino. Ed ecco perché un rosso molto alcolico e fruttato, ma non strutturato e tantomeno evoluto, risulta più piacevole se conteniamo la sua esuberanza. Si consideri inoltre che le note fruttate con l’alzarsi della temperatura variano, il sentore di frutta fresca diventa progressivamente frutta cotta, molto meno piacevole.
In ultimo, ma non meno importante, va ricordata una cosa: il rosso non si beve per forza a temperatura ambiente! Se valesse questo ragionamento infatti, in questi giorni al mare dovremmo bere rossi a 35 gradi, con ben poco godimento. Il rosso si beve generalmente dai 16 ai 18 gradi, che tutto sommato è già bello fresco.

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Il vino rosso si beve caldo o freddo

Il vino rosso va in frigo? Si può bere freddo?

Che sia bianco o rosso, la temperatura del vino è importante. Sia che vogliamo gustare un bianco, un rosso oppure un brulé o una grolla.
Ci sono vini che vanno messi in frigo, altri che devon osatre a temperature ben più alte.

La temperatura è importante anche per un pezzo di pane, figuriamoci per del vino, un qualcosa di vivo che evolve e respira quasi come un essere vivente.

Il vino rosso non va mai messo in frigo?
Il bianco, invece, va sempre in frigo?
E lo spumante? Dove lo mettiamo lo spumante?

La temperatura giusta del vino

La temperatura cambia completamente le nostre sensazioni. A livello fisico modifica la capacità ricettiva delle papille gustative, a livello chimico modifica i vapori che un cibo o, come in questo caso, un vino emettono e che vanno a colpire anche le cavità nasali. Insomma, anche il vapore conta.

Il freddo esalta l’amaro e l’astringenza

Per comprenderlo basta bere un caffè espresso lasciato raffreddare. Lo sentiremo molto più acido e molto più amaro.
Stessa cosa per un vino. Il vino rosso ha molto più tannino e proprio il tannino dà la sensazione di astringenza, cioè quella roba che ti dà la sensazione di aver mangiato una spugna. Se beviamo un rosso freddo, questa sensazione si amplifica lasciandoci col dubbio di aver bevuto davvero una spugna.
Il vino bianco è per sua natura più povero di tannino e le sue caratteristiche sono proprio la “freschezza” e i profumi. Per “freschezza” si intende l’acidità, qualità resa più gradevole a livello fisico dalla temperatura bassa sulle papille gustative, quindi il bianco va bevuto freddo per esaltarne le sue caratteristiche.

Il caldo e i profumi

Una temperatura più elevata amplifica le sensazioni di calore (ma va?).
L’amaro e l’astringenza si attenuano. Per cui a temperatura più elevata è meglio bere un vino rosso di grande struttura che se bevuto freddo sarebbe buono come una scatola di sabbia in bocca.

La temperatura, quindi, serve a equilibrare i naturali squilibri del vino, bianco e rosso, e rendere migliore l’esperienza in base alle caratteristiche di quello che state bevendo.
Certo che se preferite tracannare alcol, allora prendetevi un Tavernello e non state a discutere sulla temperatura.

Quindi il vino rosso va messo in frigo?

Quasi sempre .
Come mai?
Perché la “temperatura ambiente” è una gran cazzata. In questo momento in casa ho 30 gradi, siamo al 13 Agosto e se lascio un uovo sul terrazzo si cuoce da solo. Fra qualche mese avrò 22/23 gradi e il riscaldamento acceso.
In ogni caso è molto raro che nelle nostre case ci sia la temperatura ambiente giusta per il vino.

La definizione di “temperatura ambiente” proviene dalla tradizione dei nostri nonni, gente che si scaldava col caminetto e con la brace sotto le lenzuola. In casa aveva d’inverno dai 15 ai 18 gradi e soprattutto beveva vino orrendo che era meglio tenere ben freddo per anestetizzare la lingua. Vogliamo fidarci di questa gente per bere bene?

Nelle nostre case non è più così, la temperatura è sempre più alta dei 18/20 a cui si dovrebbe servire un rosso importante.
Per cui ben venga il frigorifero, a patto di tirare fuori la bottiglia un po’ prima della sua apertura. Un termometro da vino è quel che ci vuole, sempre se non siete di quelli che tracannano a caso, eh.


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Come si beve il vino rosso caldo o freddo?

Sicuramente saprai benissimo che mentre il vino bianco deve essere servito freddo, il vino rosso dovrebbe essere bevuto a temperatura ambiente, che poi neanche questa è una indicazione corretta.

Perché il vino rosso non si mette in frigo?

Perché il vino rosso non va in frigo: una questione di tannini. I tannini sono il pilastro dei vini rossi. Se un vino rosso viene servito ad una temperatura troppo bassa la percezione dei tannini, quella sensazione di allappamento che danno, rischia di diventare insopportabile, rovinando così il godimento del vino.

Come si beve il vino rosso?

Se si tratta di un rosso delicato va servito tra i 12° e i 14°, mentre quelli di media struttura vanno serviti tra i 14° e i 16° C. Infine la temperatura di servizio dei vini rossi strutturati deve essere compresa tra i 16° e i 18°C, con la possibilità, in alcuni casi, di superare questa temperatura.

Quale vino rosso si beve freddo?

Alcuni esempi di vini rossi che possono essere bevuti freddi sono il Barbera, il Rosso dell'Etna, il Pinot Nero e il Negroamaro.