In epoca greco ‑¬â€˜ romana la tendenza era quella dell’eliminazione fisica, nel Medio Evo si tendeva a ridicolizzare i portatori di handicap e ad utilizzarli a scopo ludico, nel Rinascimento sono nati i primi istituti adatti all’accoglienza del €˜diverso‑¬. L’era odierna si contraddistingue invece per la vera e propria lotta all’emarginazione, in vista di una reale inclusione sociale. Essendo oggi prioritario il concetto di inclusione sociale, nella strutturazione di progetti che riguardano la persona si considerano il benessere del soggetto, la sua dignità e soddisfazione per il quotidiano attraverso la creazione di situazioni il più possibile assimilabili a quelle in cui vivono le persone €˜normodotate‑¬. Ma la valutazione delle esigenze individuali non è sempre facile. Di recente però, la comunità scientifica ha elaborato e prodotto due novità che risultano essere di aiuto in questo compito valutativo. La prima consiste nel costrutto della Qualità della Vita (QdV), la seconda nell’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute). Il termine €˜Qualità della Vita‑¬ si compone di
due parole: qualità e vita. La prima fa pensare all’eccellenza, a standard ottimali associati a valori come la relazione, il benessere e la salute. La seconda indica che si ha a che fare con gli aspetti prioritari dell’esistenza dell’uomo. La nozione di Qualità della Vita fornisce un contributo per precisare il peso delle malattie e delle disabilità e allo stesso tempo l’efficacia dei trattamenti finalizzati all’incremento della salute e al miglioramento complessivo della vita delle persone. La QdV non corrisponde ad uno stato raggiunto una volta per tutte ma piuttosto ad un continuum, ad un’asse con due poli: patologia e malessere da una parte, salute e benessere dall’altra.
Sicché, una persona difficilmente si troverà all’estremo di uno dei due poli, il compito dei progetti orientati all’incremento del benessere dovrà essere quello di puntare il più possibile all’apice del polo della salute. Nel caso dei professionisti, l’applicazione del concetto risulta
particolarmente utile in quanto porta all’assunzione di una mentalità riabilitativa e formativa. Abbandonando così la forma mentis assistenziale. A tal fine è utile concentrarsi sulla scelta degli ambienti, sulle attività finalizzate all’incremento di abilità e sugli interventi previsti anche al di fuori dei servizi e delle istituzioni. Ma che fare nel caso di disabili gravi? La letteratura riporta la possibilità di fare riferimento alla
famiglia. In questa condizione si può accettare il fatto di non poter presentare una valutazione assoluta; ciò che resta di primaria importanza è l’individuazione delle aree su cui intervenire. La
classificazione ICF rende possibile la valutazione non solo della malattia, ma anche dei fattori contestuali e di quelli ambientali. Ovvero viene esaminato come la malattia viene vissuta dalla persona, le facilitazioni oppure gli ostacoli a cui viene esposta. Si esaminano le conseguenze delle malattie, il loro impatto o l’impatto di altre condizioni di salute che ne possono conseguire. Mucelli Federico PER APPROFONDIRE: Federico Mucelli Qualità della Vita Classificazione ICF Come è cambiato nel corso del tempo il concetto di disabilità?La disabilità non è rimasta sempre uguale nei secoli.
Il concetto di persona con disabilità è cambiato più volte, passando dall'essere un difetto o una causa di discriminazione, a diventare addirittura causa di eugenetica, per diventare poi una sfida a creare un mondo più inclusivo.
Quando nasce il concetto di disabilità?Nel 1980 dall'OMS viene proposto l'ICDH (Classificazione Internazionale delle Menomazioni, Disabilità, Handicap), che prevedeva la descrizione di una persona attraverso le seguenti tre dimensioni: Menomazione: perdita o anomalia a carico delle strutture o delle funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche.
Come erano considerati i disabili?Nell'antichità i disabili erano definiti o in base al tipo di minorazione, con concetti a volte spregiativi (storpi, pazzi), o secondo criteri più generici (poveri, malati, bisognosi).
Come sono considerati oggi i disabili?Oggi il disabile è mediamente più indipendente, più libero dalla necessaria assistenza che fino a qualche anno fa era imposta dalla sua stessa condizione fisica: le innovazioni tecnologiche, il cambio della mentalità e della cultura della gente, le stesse normative istituzionali, hanno favorito un progresso continuo ...
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