Il giardino di villa carola merate

Villa Carola Capri, Costiera Amalfitana, Italia

4 camere, 3 bagni

Soggiorno minimo: 7 notti

La tua terrazza privata sui Faraglioni di Capri

Sogni una villa a Capri tutta per te, con vista sui Faraglioni e a due passi dalla Piazzetta? Questo sogno ha un nome: Villa Carola.
Circondata da 350 mq di giardino mediterraneo, la villa si trova in una posizione riservata sul lato di una collina che sovrasta Marina Piccola e i Faraglioni: l'ingresso dista appena 300 metri dalla strada principale che collega Marina Piccola a Capri e che con una passeggiata di 15 minuti conduce al centro.

Terrazze per un relax luxury

La villa dispone di tre ampie terrazze, tutte con una mozzafiato vista mare: basta varcare l'ingresso della villa per accedere alla prima e restare incantati dal panorama sui Faraglioni. La terrazza è attorniata dai pini mediterranei, sotto la cui ombra puoi fare colazione al mattino con tutta la comodità di sedie, tavoli e poltrone.
 

Alla seconda terrazza di Villa Carola si accede da una scala in giardino o dalla camera da letto principale e ospita una elegante piscina rivestita di travertino, attrezzata con lettini, sdraio, ombrelloni e tavolini. Accanto c'è anche uno spogliatoio con doccia.

Dalla piscina si arriva poi al giardino di limoni: supera il cancello e sei già sulla strada per la spiaggia di Marina Piccola.

Una villa 100% Caprese

Con il suo design sobrio ed elegante, il bianco e il blu degli arredi, i pavimenti in maioliche vietresi, gli ambienti spaziosi e pieni di luce, Villa Carola incarna il perfetto stile caprese.

Dalla grande finestra del salotto centrale con camino si può ammirare una splendida vista sul mare e sui Faraglioni... una vera meraviglia!

Tutte le camere, la cucina e i bagni di Villa Carola sono stati recentemente ristrutturati e sono dotati di tutti i comfort più moderni. La villa si divide su due piani: su un piano ci sono 2 camere matrimoniali e 2 bagni, a quello inferiore si trova una camera matrimoniale con bagno privato e una camera doppia con bagno privato, da cui è possibile accedere direttamente alla terrazza con piscina.

Mappa

di Marinella Carione

“Riflessi dall’inconscio” è il titolo della retrospettiva di Carola Mazot, che espone per la prima volta a Bergamo. Inaugurata il 5 maggio nella suggestiva cornice della ex chiesa trecentesca della Maddalena, in via Sant’Alessandro 39/d, e in corso fino al 29 maggio, comprende tre sezioni tematiche (atleti, volti e giardini) le quali ripercorrono alcuni periodi della sua raggiunta maturità artistica, risalenti ai primi anni Ottanta fino a giungere al primo lustro del Duemila. L’esposizione è accompagnata dal testo critico di Chiara Gatti, critica d’arte di Repubblica e direttrice del museo Man di Nuoro.

La prima sezione è dedicata alla serie degli “Atleti”, dove Carola, dopo anni di intenso studio e lavoro, approfondisce l’energia del corpo umano, spargendo con slancio il colore sulla tela, per cogliere i gesti e il dinamismo dei corpi in movimento. «Un soggetto che mi affascina - dirà - e che mi dà più libertà perché il pennello si lancia seguendo spinte irresistibili».

Carola era affascinata dal mistero che i dipinti le trasmettevano: qualcosa che si muoveva nell’inconscio profondo fino a raggiungere la superficie, grazie al pennello e ai suoi riflessi carichi di emozioni vibranti. Così nascono gli sguardi femminili, nell’intimità di momenti particolari, colti durante le prove d’orchestra, ma non solo, e raccolti nella seconda sezione tematica, quella dedicata ai “Volti”. Volti che alludono a una interiorità sensibile, silenziosa e profonda.

Il giardino di villa carola merate

La vita arborea, che abbraccia l’ultimo periodo della sua arte nella serie dei “Giardini” (montagne, boschi, alberi, rami, radici, fiori e fogliame), prende forma sulla tela in un intreccio originale, più informale che mai e astratto: Carola raggiunge l’apice della sua sintesi visiva, andando ad esplorare la bellezza silvana nella sua forma didascalica. La sua mano va oltre il giardino e raggiunge gli sconfinati territori dell'inconscio: elementi isolati e particolari come un tronco d’albero, ricordano gli ideogrammi giapponesi e i giardini zen (terza ed ultima sezione della mostra).

Il verde fa subito natura e allo stesso tempo paura, perché è il colore più difficile, ma Carola non lo teme. Glielo ha insegnato il nonno materno, Vettore Zanetti Zilla, paesaggista veneziano post-impressionista, quando a soli tredici anni, molto tempo prima di divenire allieva di Giacomo Manzù all’Accademia di Brera di Milano, apprende i primi rudimenti pittorici, partendo proprio dal verde e dalle sue infinite tonalità, che si possono cogliere osservando attentamente gli alberi nei boschi. Carola ha imparato a dipingere di getto, veloce e sicura, senza ripensamenti.

Carola Mazot, nome d'arte di Carolina Marzotto, veneta di origine, nata a Valdagno nel 1929 e in seguito milanese di adozione, dove si spegne nel 2016, ha vissuto circondata da artisti, tra i quali Donato Frisia («Frisia mi tolse la preparazione a matita, facendomi disegnare dipingendo») e Lorenzo Pepe («Pepe mi insegnò a lavorare senza mai perdere d'occhio l’insieme»), durante la formazione giovanile; Marino Marini, Giacomo Manzù e Pompeo Borra (con il quale si diplomerà nel 1969), che le trasmetteranno l’energia vitale di cui impregnerà tutte le sue tele.

Tuttavia è Mario De Micheli, critico d’arte e accademico (il cui nome, assieme a quello della moglie, è scolpito sul Muro dei Giusti a Gerusalemme), che riveste il ruolo di Maestro: «Soprattutto quando mi fece superare la fase del soggetto unico delle teste a memoria: “Prendi una tela grandissima e fai una composizione”. Riscoprii la bellezza dell’impostazione degli spazi e le nuove spinte ed attrazioni che ne derivavano».

Il giardino di villa carola merate

Liana Bortolon, che fu giornalista e critica d'arte, definì i suoi soggetti come delineati a colpi di sgorbia, per il suo tratto vigoroso, dalla linea scabra, quasi scultorea. I critici ebbero a dire che la sua pittura era di impostazione virile, anche se addolcita dal sentimento, cosa che la indisponeva non poco, perché Carola, spontanea e dotata di animo sensibile e delicato, sapeva quanto era difficile essere donna in campo artistico: accorgendosi dei problemi che sorgevano con le gallerie cominciò a firmarsi solo con il cognome. Da uno stralcio di Gioxe De Micheli, pittore, si capisce qualcosa in più di questa artista talentuosa: «Sì, perché Carola, dopo aver preso quello che le serviva dai suoi maestri, ha sempre e solo fatto quello che le piaceva, quello che parlava al suo cuore. Dritta per la sua strada, senza compiacere nessuno, né il mercato, né le simpatie estetiche di questo o quel critico, né le pulsioni, magari anche nobili, delle temperie sociali, culturali e politiche».

Testo raccolto dialogando con Caterina, la violinista ritratta nella serie dei volti, figlia dell’artista e dell'ex preside dell'Artistico Guido Di Fidio, e curatrice dell’allestimento. Orari mostra: giovedì, venerdì e sabato 16-19; domenica: 10-13, 16-19. Informazioni: www.mazot.it. Pubblicazioni su Carola Mazot, e cataloghi delle sue mostre, sono conservate in molte Biblioteche d’Arte d’Italia. A Bergamo si possono consultare presso la Tiraboschi.