Neonato spinge ma non riesce a fare la cacca

È appena nato e piange, urla e si dispera: cosa avrà mai? No, non sono i dentini (troppo presto) e nemmeno le coliche (o comunque non solo quelle). Secondo Christina Shuja, puericultrice che coordina il programma Lifebridge Health Center for Happier Infants all'ospedale di Baltimora (Usa), a causare il pianto dei neonati nelle prime settiimane di vita sarebbe un meccanismo fisiologico: piangendo, imparano a espellere gli scarti dall'intestino.

Cosa mi tocca fare... Per fare la cacca, infatti, occorre coordinare due movimenti muscolari opposti: contrarre l'addome e contemporaneamente rilassare il pavimento pelvico. Si tratta di un movimento complesso, che alla nascita i bimbi non sanno ancora fare. Insomma, il loro pianto, oltre a essere un modo di comunicare con gli adulti, aiuterebbe proprio questo meccanismo, che in poco tempo diventerà naturale.

C'è poi un altro dilemma che fa perdere il sonno ai neo-genitori, ed è un dibattito aperto da molto tempo: i neonati urlanti devono essere sempre presi in braccio e consolati oppure, se non hanno evidenti bisogni (fame, cambio, colichette eccetera), è meglio lasciarli piangere finché non si calmano da soli?

Più coccole o meno? Un team di psicologi ha seguito la crescita di 178 bambini dalla nascita fino ai 18 mesi, valutando nel tempo la serenità dei piccoli durante il gioco e l'evoluzione dell'attaccamento tra madre e figlio. Alcuni genitori erano molto solleciti nel consolare sempre i figli, altri meno. Dagli studi, però, non è emersa alcuna differenza psicologica tra i bambini con i genitori "sempre pronti alla coccola" e quelli che venivavo lasciati piangere un po' di più.

Mamme e neonati 21 Mag 2021

Neonato spinge ma non riesce a fare la cacca

Come capire se un neonato è stitico? Se ti accorgi che al momento dell’espulsione si sforza un po’ di più nella spinta, piange o diventa rosso in viso, non significa necessariamente che il piccolo soffra di stipsi. 

In età pediatrica infatti, non esistono parametri assoluti relativa alla stitichezza del neonato.  

Il numero delle evacuazioni non è ad esempio un fattore determinante nell’individuare una possibile stipsi. Più che considerare la frequenza è infatti importante notare la consistenza delle feci e la continenza fecale. Se le feci del tuo bambino, nonostante la difficoltà di defecazione, rimangono tuttavia morbide e ben idratate, non ci troviamo di fronte a un caso di stitichezza.  

È normale che il neonato non faccia la pupù tutti i giorni? 

Siamo di fronte a una domanda molto comune, alla quale rispondiamo secondo le indicazioni fornite dall’Opuscolo del National Childbirth Trust inglese. 

Se nelle prime settimane un neonato non evacua tutti i giorni, potrebbe essere un segnale indice del fatto che il piccolo non si stia alimentando in modo adeguato alle sue esigenze, e che potrebbe avere bisogno di nutrirsi di più. Un fenomeno comune soprattutto nei bimbi allattati al seno. In questo caso, rivolgersi al pediatra e/o a un consulente di allattamento, è utile per comprendere se c’è bisogno di correggere eventuali errori. 

Dopo qualche settimana di vita del bambino, la frequenza delle defecazioni può ridursi in maniera notevole, fino ad arrivare a 1 volta al dì o 1 volta ogni 2/3 giorni nell’arco delle 24 ore. Se il tuo bambino è sereno e le feci restano molli e di colorito giallo, non devi assolutamente allarmarti. 

Al contrario, se si superano i 3/4 giorni, il bambino avverte disagio ed esprime malessere, può darsi che stia facendo effettivamente fatica ad espellere le feci, perché non ha ancora maturato il corretto coordinamento tra la spinta e il rilascio dello sfintere anale (dischezia). In questo caso, è opportuno consultare il Pediatra per indicarti come intervenire. 

Stitichezza e dischezia neonatale: facciamo chiarezza 

Si tratta di due disturbi differenti e non correlati.  

Stipsi nel neonato 

Nel primo anno di vita, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di un'alterazione funzionale (stipsi funzionale) che ha origine prevalentemente alimentare e che coinvolge soprattutto i neonati che assumono latte artificiale (fonte: Ospedale Pediatrico Bambino Gesù).   

Ecco perché il tuo Pediatra potrebbe richiederti di apportare modifiche alla quantità/tipologia di latte. Passare ad esempio a un latte arricchito con probiotici o ad un latte ricco di particolari formulazioni di grassi (entrambi presenti naturalmente nel latte materno), contribuiscono a rendere le feci meno compatte e quindi più facili da espellere.  

Le feci di un neonato stitico appaiono secche, dure e difficili da espellere.  

Dischezia nel neonato 

La dischezia nei neonati invece, dipende esclusivamente dall’immaturità del sistema escretore. 

Si tratta di un disturbo funzionale che determina una defecazione particolarmente difficile e che in genere si risolve nei primi mesi di vita.  Ecco perché il piccolo piange, diventa paonazzo in viso e si sforza più del dovuto: ciò è causato dalla mancata coordinazione tra i muscoli del pavimento pelvico e gli sfinteri anali. Questo significa che le feci rimangono trattenute nell’ampolla rettale, provocando dolore.  

A differenza di quanto avviene nell’ambito della stitichezza, le feci in caso di dischezia, restano molli e possono anche essere numerose nell’arco delle 24 ore.  

Come accennato in precedenza, dal momento in cui la dischezia ha origine funzionale e non alimentare, non sarà necessario apportare alcuna modifica alla dieta del lattante, in quanto tutto è riconducibile a un apparato escretore poco maturo. 

Come rilassare il neonato che ha difficoltà ad evacuare? 

  • Massaggio infantile e ginnastica stimolante: in caso di stipsi o dischezia neonatale, un massaggio stimolante al pancino può essere un valido alleato. Posiziona il piccolo supino e nudo, in un ambiente caldo, e massaggia con movimenti circolari e un olio per neonati il pancino. Dopodiché prendi le gambine e muovile come se volessi farlo pedalare, portale al petto e distendile. Attenzione però: si tratta di un massaggio specifico con manovre ben precise, indicato per superare disturbi gastrici e intestinali, favorire la qualità del sonno, stimolare la coordinazione motoria e correggere la postura con la distensione dei muscoli. Segui quindi attentamente le indicazioni del pediatra e di personale esperto prima di eseguire un massaggio neonatale!  
  • Bagnetto: il bagno caldo è un ottimo rimedio che potrebbe contribuire a rilassare il piccolo e favorire così l’espulsione delle feci. (Leggi anche: Bagnetto neonato, quando e come farlo) 

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Quando il neonato si sforza per fare la cacca?

Si parla in questo caso di dischezia: un disturbo diffuso nei neonati prima dell'anno di vita, che consiste nello sforzarsi di evacuare ma non riuscirci perché non rilasciano gli sfinteri. Le feci rilasciate in questo caso sono assolutamente normali, a volte precedute da una sorta di “tappo”.

Cosa dare al neonato quando non riesce a fare la cacca?

Come stimolare il neonato o il lattante a fare la cacca? Qualche volta, se proprio si ha l'impressione che la cacca stia per uscire ma il bambino non ce la fa a espellerla, si può ricorrere a una stimolazione con un sondino o uno strumento simile (supposta, microclima ecc.).

Come posso aiutare mio figlio neonato a fare la cacca?

Mangiare bene è fondamentale, per questo l'alimentazione deve essere ricca di fibre: non devono mancare cereali integrali, verdura, frutta e acqua (meglio evitare i succhi). Infine stimolare i bambini a muoversi perché il movimento fa bene anche all'intestino ed è tra i rimedi per la stitichezza più utili.