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Riflessioni nei Campus dell'Alma Mater Studiorum. Celebriamo l'anniversario della firma della Convenzione con un ricco cartellone di eventi in programma da ottobre a dicembre 2022.

Appello straordinario di laurea ottobre 2022

Seduta straordinaria di laurea a ottobre 2022 aperta solo per chi ha presentato domanda alle selezioni per dottorati di ricerca per l’a.a. 2022/23 presso il nostro o presso altri atenei.

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Online il bando per assegnare a 600 studenti iscritti all'a.a. 2022/23 un contributo di 1.000€, come parziale rimborso delle spese di affitto. Leggi i requisiti per partecipare. Scadenza 30 dicembre.

dal 17 ott al 28 ott 2022

Mostra fotografica: “L’UniBo che non ti aspetti"

Scopri i luoghi sorprendenti, gli scorci inattesi e i sotterranei impensati dei tuoi spazi di lavoro, studio e ricerca. A Palazzo Poggi, in occasione di Sìcura, la settimana della sicurezza in Ateneo.

Una delle opportunità per lavorare nel sociale è quella di diventare educatore professionale e aiutare le persone facendo qualcosa concretamente. 

Si tratta infatti di attivarsi e trovare le risorse per dare alle loro vite il valore che meritano, anche e soprattutto in situazioni difficili. Certo non è un lavoro che fa per tutti: ci vuole cuore, ma anche forza e determinazione! 

Ma come diventare educatore? Cosa si fa esattamente? E quanto si guadagna? Scopriamo il percorso formativo e la vita professionale dell’educatore in questo articolo, alla fine del quale potrai decidere se è o meno la strada giusta per il tuo futuro.

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  • Educatore professionale cosa fa
    • Tipi di educatore professionale
  • Come diventare educatore professionale
    • Come diventare educatore socio-pedagogico
    • Come diventare educatore socio-sanitario
  • Qualità dell’educatore professionale
  • Quanto guadagna un educatore: stipendio

Educatore professionale cosa fa

L’educatore è la figura professionale che si occupa di dare sostegno e supporto alle persone che si trovano in situazioni di disagio o difficoltà.
In particolare, i soggetti con cui più spesso ha a che fare sono persone con dipendenze, con handicap (fisici o psichici), detenuti o anziani. In generale, l’educatore interviene laddove siano presenti difficoltà fisiche, sociali o familiari.

Come un operatore socio sanitario, non si sostituisce all’utente nel mettere in pratica una “soluzione al problema”, ma lo aiuta a rendersi autonomo e a valorizzare le sue capacità.

Ma cosa fa un educatore professionale esattamente per raggiungere questi obiettivi?

Il suo lavoro prevede più fasi:

  • Analisi dei bisogni dell’utente: visualizza la situazione e il contesto in cui è inserito per capire quali sono le necessità.
  • Programmazione degli interventi per fornire assistenza: decide cosa bisogna fare e in che ordine procedere in base alle priorità.
  • Elaborazione piani di riabilitazione e recupero: spesso lavora con soggetti che vadano reintrodotti nella società, come detenuti o pazienti psichiatrici.
  • Attivazione reti di supporto: si pone come intermediario tra l’utente e le fonti di supporto pubbliche o private e lo aiuta ad averne accesso.

Per fare tutto questo non basta l’educatore professionale, che infatti spesso lavora all’interno di equipe multidisciplinari con altri professionisti come : 

  • Assistente sociale
  • Psichiatra
  • Insegnante (se il soggetto frequenta la scuola)
  • Psicomotricista

Tipi di educatore professionale

La Legge di Bilancio 2018 divide questa figura professionale in tre tipologie diverse. Ciò significa che voler diventare educatore professionale è un po’ generico, ma che dovrai scegliere tra: 

  • Educatore Socio-Pedagogico: svolge attività di animazione ed educative insieme a bambini, adolescenti e anziani. Lavora principalmente in cooperative sociali, case famiglia, centri di formazione oppure ludoteche, musei e istituti penitenziari. Con una formazione un po’ diversa può essere un educatore per l’infanzia e lavorare in asili nido con bambini in età prescolare.
  • Educatore Socio-Sanitario: svolge progetti educativi e riabilitativi nel settore socio-sanitario, per soggetti minori, tossicodipendenti, disabili, anziani, detenuti o pazienti psichiatrici. Lavora in centri diurni, residenze per anziani, SERT o nel contesto ospedaliero.
  • Pedagogista: è un particolare tipo di educatore che studia lo sviluppo e interviene nelle situazioni critiche durante esso. Lavora per esempio con bambini con bisogni educativi speciali (BES) o con problemi in ambito relazionale e sociale. 

Oggi vediamo sia come diventare educatore socio-pedagogico, sia come diventare educatore socio-sanitario

Per quanto riguarda il pedagogista, invece, abbiamo un articolo totalmente dedicato in cui approfondiamo il percorso formativo e il tipo di lavoro!

Eccolo qui ——> Come diventare pedagogista e cosa fa

Come diventare educatore professionale

Come avrai capito, il percorso da intraprendere è diverso a seconda del settore in cui vuoi operare. 

Per questo adesso affronteremo entrambe le possibilità: non ti resterà altro che decidere! 

Piccolo spoiler: in entrambi i casi è prevista l’università. Non puoi diventare educatore senza laurea!

Come diventare educatore socio-pedagogico

Se sogni di lavorare con i bambini, sicuramente questa è l’alternativa più adatta a te. Ma come fare?

Semplice: ottenendo una laurea triennale in Scienze dell’Educazione e della Formazione, classe L-19

La modalità di accesso a questo corso varia a seconda della facoltà: presso l’Università di Macerata è libero, per esempio, con una verifica orientativa delle competenze.
Al DISFOR di Catania, invece, è a numero programmato e si accede tramite il superamento di un TOLC di area umanistica. 

Verifica nell’università che ti interessa!

Gli studi si concentreranno sulle discipline pedagogiche e umanistiche, e durante l’ultimo anno affronterai il tirocinio e le attività di laboratorio.
Una volta laureato puoi anche decidere di proseguire gli studi con la magistrale in Pedagogia, nelle classi di laurea:

  • LM50: Programmazione e gestione dei servizi educativi
  • LM57: Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua
  • LM85: Scienze pedagogiche
  • LM93: Progettazione e gestione dei servizi per la media education

Se invece il tuo obiettivo è diventare educatore per l’infanzia, il percorso sarà leggermente diverso: oltre al corso della classe L-19, infatti, dovrai essere in possesso dei 60 CFU aggiuntivi previsti per l’abilitazione all’insegnamento. 

Ma ne parliamo meglio qui: Come diventare educatore di nido

Come diventare educatore socio-sanitario

La Legge 3/2018 (anche detta Decreto Lorenzin) ha inserito quella dell’educatore socio-sanitario tra le professioni sanitarie della riabilitazione. Proprio come un podologo o un fisioterapista, insomma, anche per questo professionista è previsto un corso di laurea specifico.

Parliamo precisamente del corso di laurea triennale in Educazione Professionale Sanitaria, della classe L/SNT2.

L’accesso è stabilito dal superamento del test di ingresso delle professioni sanitarie, per cui ti consiglio di prepararti molto bene! Anche perché nella maggior parte delle facoltà si tratta di corsi piccoli, con una ventina di posti al massimo. 

Qui studierai discipline biomediche, metodologie professionali dell’educatore professionale sanitario ed è previsto il tirocinio durante ogni anno accademico. 

Una volta laureato potrai decidere di proseguire con la magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie (LM/SNT2) oppure iniziare a lavorare.

Per farlo, però, è obbligatoria l’iscrizione all’Albo, precisamente all’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione… è più lunga a dirsi che a farsi.

Qualità dell’educatore professionale

A prescindere dalle competenze tecniche e metodologiche che si apprendono con lo studio, per diventare educatore c’è bisogno d’altro.

Non basta sapere come agire se non si hanno determinate qualità umane per relazionarsi nel modo giusto con gli utenti. Si lavora con persone in difficoltà, con soggetti fragili: se sei un robot non riesci a fare breccia. 

Ecco perché è importante avere qualità come: 

  • Empatia e ascolto attivo: una persona ha bisogno di sentirsi capita per riuscire ad aprirsi. E si deve aprire se la vogliamo aiutare, altrimenti è impossibile! Come uno psicologo, l’educatore deve essere in grado di porsi come una figura di fiducia per l’utente, cosicché sia più semplice aiutarlo.
  • Forza d’animo: spesso le situazioni in cui si trova l’educatore non sono per niente piacevoli. A volte ha a che fare con maltrattamenti e abusi, altre con condizioni di povertà o di estremo disagio sociale, e così via. È necessaria una grande forza per affrontare al meglio certe situazioni, come per l’infermiere pediatrico.
  • Predisposizione al lavoro di squadra: come dicevamo prima, è raro che un educatore lavori da solo. È più comune, invece, che sia inserito all’interno di una equipe multidisciplinare con professionisti di ogni genere. Per questo è importante saper lavorare in gruppo e rispettare il lavoro e l’opinione degli altri, senza però penalizzare la propria. 

Quanto guadagna un educatore: stipendio

Nonostante la delicatezza e l’importanza del suo lavoro, l’educatore professionale non guadagna molto in Italia: parliamo di uno stipendio medio tra i 1200 e i 1500€ al mese.

Più precisamente, si stimano 23 000€ annui a inizio carriera con un aumento graduale fino a 45 000€ a fine carriera, per una settimana lavorativa di 36 ore.

In compenso, però, il guadagno a livello umano è indiscutibile: niente ha più valore che sapere di aver aiutato qualcuno a migliorare le sue condizioni di vita.

Vero è che uno stipendio un po’ più alto l’educatore lo meriterebbe pure… E per questo gli altri Paesi ci fanno ombra. Un educatore in Germania guadagna tra i 2300 e i 3400€ mensili, mentre in Svizzera la media è di 4500€.
Tutta un’altra storia, insomma.

E questo era tutto. Dicci cosa ne pensi in un commento qua sotto e torna a trovarci se hai ancora dubbi riguardo al tuo futuro: di ogni professione ti raccontiamo mansioni, guadagni e percorso formativo, cosicché tu possa trovare la tua strada più facilmente.

Alla prossima! 

Leggi anche: Insegnante di sostegno: percorso e stipendio

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