Le acciughe fanno il pallone significato

  • Il significato della canzone
  • Il testo di Le acciughe fanno il pallone di Fabrizio De André

Le acciughe fanno il pallone è una canzone scritta da Fabrizio De André e Ivano Fossati. Il brano è inserito in Anime salve, tredicesimo e ultimo album d’inediti del cantautore genovese morto nel 1999, pubblicato il 19 settembre 1996. Il disco, premiato con la Targa Tenco nel 1997, è realizzato con Ivano Fossati, compositore di gran parte della musica.

Le acciughe fanno il pallone significato

Il significato della canzone

La spiegazione del titolo e dei primi versi del brano viene fornita direttamente dalle note del CD: «Le acciughe fanno il pallone: così si usa dire in Liguria quando in autunno le acciughe inseguite dal grande pesce azzurro (l’alalunga) scappano verso la superficie. Nelle giornate senza vento si possono vedere dalla riva saltare a migliaia fuori dall’acqua a formare scintillanti semisfere.» Il brano racconta di un pescatore di acciughe che torna a terra a vendere il pesce, lamentandosi della gente che ignora il duro lavoro compiuto per pescarlo.

Anime Salve è disponibile in download digitale, CD e vinile su Amazon e in digitale su iTunes.

Il testo di Le acciughe fanno il pallone di Fabrizio De André

Le acciughe fanno il pallone
Che sotto c’è l’alalunga
Se non butti la rete
Non te ne lascia una
Alla riva sbarcherò
Alla riva verrà la gente
Questi pesci sorpresi
Li venderò per niente

Se sbarcherò alla foce
E alla foce non c’è nessuno
La faccia mi laverò
Nell’acqua del torrente

Ogni tre ami c’è una stella marina
Amo per amo c’è una stella che trema
Ogni tre lacrime batte la campana

Passano le villeggianti
Con gli occhi di vetro scuro
Passano sotto le reti
Che asciugano sul muro
E in mare c’è una fortuna
Che viene dall’oriente
Che tutti l’hanno vista
E nessuno la prende

Ogni tre ami c’è una stella marina
Ogni tre stelle c’è un aereo che vola
Ogni tre notti un sogno che mi consola

Bottiglia legata stretta
Come un’esca da trascinare
Sorso di vena dolce
Che liberi dal male
Se prendo il pesce d’oro
Ve la farò vedere
Se prendo il pesce d’oro
Mi sposerò all’altare

Ogni tre ami c’è una stella marina
Ogni tre stelle c’è un aereo che vola
Ogni balcone una bocca che m’innamora
Ogni tre ami c’è una stella marina
Ogni tre stelle c’è un aereo che vola
Ogni balcone una bocca che m’innamora

Le acciughe fanno il pallone
Che sotto c’è l’alalunga
Se non butti la rete
Non te ne resta una
Non te ne lascia una
Non te ne lascia…

Le acciughe fanno il pallone

il mio romanzo

Le acciughe fanno il pallone significato

Una Vita e Mezzaè un libro che parla soprattutto dell’assenza. O meglio della ricerca, tanto demotivata quanto inconsapevole, di come si può costruire una ciambella salvagente intorno a quel buco che ti si crea dentro quando perdi una persona. Cosicché quel buco, che risucchiava tutto il presente privandolo di senso, possa trasformarsi nel nostro galleggiante. E addirittura salvarci, traghettandoci verso il futuro.

È la storia di un viaggio, metaforico quanto reale, di un ragazzo che è stufo del suo galleggiare, ma che non sa dare una scossa alla propria esistenza. Così parte fidandosi e affidandosi al suo amico, sperando che qualcosa di imprevisto lo colga per assaporare un po’ di brivido della vita.

Riuscirà a trasformare il suo futuro innamorandosene anziché rimanendone schiacciato e afflitto?

Se c’è un’intenzione mirata in tutto ciò, è la creazione del neologismo che indica il dolore per il futuro mancante, la mellontalgia. In contrapposizione con la nostalgia, che indica l’afflizione per il ritorno a casa (nostos), per il passato, per l’infanzia, questa è l’afflizione per to mellon cioè l’avvenire o le cose future, in greco antico. Vuole indicare un dolore attribuito al futuro negato e non vissuto. A ciò che poteva essere e invece non sarà mai. Chissà se se ne sentiva la mancanza.