Peter cameron un giorno questo dolore ti sarà utile recensione

Peter cameron un giorno questo dolore ti sarà utile recensione

Ho solo diciotto anni. Come faccio a sapere cosa vorrò nella vita? Come faccio a sapere cosa mi servirà?

Un giorno questo dolore ti sarà utile è un romanzo che ha confermato le mie aspettative su Peter Cameron, scrittore brillante che sa come tenere i lettori incollati alle pagine. Narrazione in prima persona, una prosa incalzante e di gusto, seppur leggera. Storia coinvolgente e senza sbavature. Lo stile di Cameron è riconoscibile, il suo modo di narrare ti cattura ancor prima della storia. Peter Cameron è assolutamente uno scrittore che mi piace e che mi sento di consigliare.

In questo libro ci racconta la storia di James un giovane ragazzo di diciotto anni che si appresta ad entrare nel mondo degli adulti, tanto effimero quanto scomodo, sullo sfondo di una New York distratta e sempre di corsa. Gli adulti nella vita di James sono superficiali, presi da se stessi, miopi quanto basta ma soprattutto poco inclini all’ascolto. L’ascolto attivo è delegato alla psicologa che incontra James nel suo studio per risalire al perché di azioni apparentemente incomprensibili.

James ha un fare snobistico nei confronti di tutti ma soprattutto dei suoi coetanei. Sente di aver poco da condividere con i ragazzi della sua generazione e contro ogni aspettativa dei suoi genitori non vuole frequentare l’università, ambiente promiscuo e pieno di incertezze. Nei suoi progetti c’è quello di comprare una casa lontana dal caos della città e vivere una vita semplice.

La testa di James è come un criceto in perenne movimento, nulla sfugge al suo sguardo chirurgico. Analizza, osserva, riflette pesa bene le parole ma questo non gli impedisce di fare qualche scivolone. Suo malgrado ne farà più di uno.

Un giorno questo dolore ti sarà utileè una storia che mi ha intenerito molto. Mi ha fatto pensare tantissimo al giovane Holden di Salinger, perlomeno io ho trovato molto in comune tra i due. Il tema della ribellione, la crisi identitaria e il dramma interiore è comune a entrambi i protagonisti. Cercano se stessi all’interno di una società che non è all’altezza delle loro aspettative ma che, al contrario, da loro pretende tantissimo. Anche qui troviamo una famiglia agiata ma estremamente superficiale.

Nonostante James appaia altezzoso andando avanti nella lettura si scopre che dietro la maschera del cinico ostinatamente solitario c’è un ragazzo con una voglia matta di essere compreso. Per questo mi è bastato poco per entrare in empatia con James un giovane uomo estremamente sensibile e raffinato che ama parlare con sua nonna e con John, l’uomo che lavora nella galleria di arte contemporanea di sua madre.

Nel complesso ho apprezzato molto questo libro. Una lettura densa, quadro di una società che per certi aspetti ci accomuna tutti. Un libro piacevole dalla prima all’ultima pagina.


Titolo: Un giorno questo dolore ti sarà utile

pp 206 – € 11,00

Autore: Peter Cameron

Casa Editrice: Adelphi

Ci sono libri che raccontano storie senza età, che vanno al di là delle generazioni, dei tempi, delle abitudini. James, il protagonista di Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron, è un personaggio indelebile, di quelli che non si dimenticano con poco e che, raccontando i suoi problemi da diciottenne, ripercorre passo passo i dubbi e le insicurezze che da sempre circondano anche il mondo di numerosissimi adulti.

Perché anche se la storia di James si propone di ripercorrere esclusivamente i drammi di quel tortuoso periodo che è l’adolescenza, la sua vita e le sue riflessioni non possono che catturare il lettore, farlo sentire al centro, in qualche modo partecipe di tutto questo suo dolore fino all’ultima pagina, che lascerà inevitabilmente una lunga riflessione.

Questo dolore contro il quale James deve combattere altro non è che un perenne senso di inadeguatezza, che lo spinge a una misantropia estrema. Il ragazzo, appena diciottenne, si trova davanti al bivio che probabilmente ha spaventato gran parte di noi: la fine della scuola e l’inizio della nuova vita. Di fronte a lui compaiono due strade e solo una manciata di tempo per decidere. Pur essendo un giovane colto e affamato di sapere, James desidera ardentemente non andare all’università. Il suo rifiuto per i coetanei, che già tanto ha conosciuto e che reputa effimeri e senza interessi concreti, è tanto forte da portarlo a volere, più di qualunque altra cosa al mondo, evadere, stare lontano da loro, addirittura comprare un piccolo appartamento da solo nella campagna ad ovest di New York e coltivare lì, leggendo e studiando, le sue passioni.

La solitudine, quindi, come porto sicuro, come chiave per conoscere se stesso.

«Volevo solo un posto dove stare da solo. Per me è un bisogno primario, come l’acqua e il cibo, ma ho capito che non lo è per tutti. In camera, gli altri sembravano contenti e per nulla infastiditi di non avere mai un momento per sé. Io mi sento me stesso solamente quando sono solo. Il rapporto con gli altri non mi viene naturale, mi richiede uno sforzo. Con i miei mi sento abbastanza a mio agio, ma qualche volta anche con loro sento la fatica di non essere da solo».

Stilisticamente il libro è privo di virtuosismi, tra le pagine non ci sono spesso colpi di scena e stravolgimenti nelle trame, ma la storia rimane incredibilmente viva attraverso le riflessioni scritte in prima persona del protagonista, regalandoci un viaggio infinito all’interno della complessa psiche umana.

Un giorno questo dolore ti sarà utile è questo e molto altro, perché dalla fantastica penna di Cameron nasce parecchio di più. Un altro tema centrale che il lettore potrà analizzare e scoprire all’interno di queste pagine è una feroce critica della società attuale.

L’odio di James infatti non è a senso unico. Il suo essere un ragazzo solitario, introverso ed estraneo alle futilità della vita lo rendono agli occhi del mondo che lo circonda un disadattato. I compagni di scuola e il nucleo stesso della sua famiglia lo considerano un diverso, addirittura lo “costringono” a partecipare a sedute di psicoterapia, sottolineando quanto la società non sia assolutamente in grado di accettare le peculiarità dei singoli individui. La battaglia di James contro l’omologazione lo spinge alla ricerca della sua più intima identità in maniera tortuosa: il percorso è ricco di sfaccettature e di squisite analisi psicologiche.

Al suo fianco ha solo una spalla, l’unica di tutto il suo mondo conosciuto: la nonna.  È lei che svelerà il senso più profondo che l’autore vuole donare al lettore.

«A volte le brutte esperienze aiutano, servono a chiarire che cosa dobbiamo fare davvero. Io penso che le persone che fanno solo belle esperienze non sono molto interessanti. Possono essere appagate, e magari a modo loro anche felici, ma non sono molto profonde. Ora, la tua ti può sembrare una sciagura che ti complica la vita ma, sai, godersi i momenti felici è facile. Il difficile è non lasciarsi abbattere dai momenti brutti. Devi considerarli un dono, un dono crudele ma pur sempre un dono. E sono convinta che proprio per questo tu sarai una persona migliore».

Peter Cameron ci lascia in custodia una storia apparentemente semplice, caratterizzata da una malinconica ironia. Scavando a fondo e lasciandosi catturare, assumendo l’occhio critico di chi vuole comprendere il vero messaggio dell’autore, questo libro si trasforma in un piccolo gioiello, destinato a diventare qualcosa di estremamente personale. Appunto, uno di quei libri che raccontano storie senza età, capaci di legarti a loro stesse indissolubilmente.

di Margherita Vitali

Fonte: Il fascino degli intellettuali