Lavori di ristrutturazione edilizia art 16 bis del tuir

- manutenzione straordinaria

- restauro e risanamento conservativo

- ristrutturazione edilizia

MANUTENZIONE STRAORDINARIA

Sono considerati interventi di manutenzione straordinaria le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici e per realizzare ed integrare i servizi igienico/sanitari e tecnologici, sempre che non vadano a modificare la volumetria complessiva degli edifici e non comportino mutamenti delle destinazioni d’uso. Rientrano tra gli interventi di manutenzione straordinaria anche quelli consistenti nel frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari con esecuzione di opere, anche se comportano la variazione delle superfici delle singole unità immobiliari nonché del carico urbanistico, a condizione che non sia modificata la volumetria complessiva degli edifici e si mantenga l’originaria destinazione d’uso.

Esempi di manutenzione straordinaria:

• installazione di ascensori e scale di sicurezza

• realizzazione e miglioramento dei servizi igienici

• sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande e con modifica di materiale o tipologia di infisso

• rifacimento di scale e rampe

• interventi finalizzati al risparmio energetico

• recinzione dell’area privata

• costruzione di scale interne.

RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO

Sono compresi in questa tipologia gli interventi finalizzati a conservare l’immobile e assicurarne la funzionalità per mezzo di un insieme di opere che, rispettandone gli

elementi tipologici, formali e strutturali, ne consentono destinazioni d’uso con esso compatibili.

Esempi di interventi di restauro e risanamento conservativo:

• interventi mirati all’eliminazione e alla prevenzione di situazioni di degrado

• adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti

• apertura di finestre per esigenze di aerazione dei locali.

RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA

Tra gli interventi di ristrutturazione edilizia sono compresi quelli rivolti a trasformare un fabbricato mediante un insieme di opere che possono portare a un fabbricato del tutto o in parte diverso dal precedente.

Esempi di ristrutturazione edilizia:

Interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi.

Per “atti illeciti” si intendono quelli penalmente illeciti (per esempio, furto, aggressione, sequestro di persona e ogni altro reato la cui realizzazione comporti la lesione di diritti giuridicamente protetti).

• rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici

• apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione

• porte blindate o rinforzate

• apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini

• installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti

• apposizione di saracinesche

• tapparelle metalliche con bloccaggi

• vetri antisfondamento

• casseforti a muro

• fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati

• apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e relative centraline.

Bonus ristrutturazione 50: cos’è, come funziona, quali sono gli adempimenti, quali i beneficiari, quali le categorie catastali ammesse e quando scade.

Il bonus ristrutturazione è una detrazione (art. 16-bis del TUIR dpr 917/86) che permette ai contribuenti di ottenere una detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute per varie tipologie di intervento, in particolare quelle che riguardano la manutenzione/ristrutturazione degli immobili abitativi.

Prima di entrare nello specifico dell’agevolazione, ti consiglio uno strumento utile per seguire correttamente tutte le nuove regole sui bonus edilizia:

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Come funziona il bonus ristrutturazione 50?

Il bonus ristrutturazione è una detrazione fiscale al 50% per le spese sostenute per ristrutturare le abitazioni e le parti comuni degli edifici residenziali

Ecco le caratteristiche principali:

  • importo di spesa massimo: 96.000 euro per unità immobiliare
  • detrazione del 50% della spesa sostenuta
  • 10 detrazioni annuali di pari importo
  • scadenza al 31 dicembre 2024.

E’ possibile ricorrere anche alla cessione del credito o allo sconto in fattura.

Il bonus può essere richiesto sia per prima che per seconda casa, indistintamente.

Adempimenti: come ottenere il bonus ristrutturazione 2022?

Il primo adempimento necessario per richiedere la detrazione del bonus ristrutturazione 50% è la presentazione della pratica edilizia (CILA, SCIA, Permesso di costruire) al SUE, a firma di tecnico abilitato prima dell’inizio dei lavori.

Altro adempimento di fondamentale importanza è che i pagamenti siano effettuati tramite specifico bonifico bancario (parlante), da conservare così come fatture e ricevute delle spese effettuate per i lavori di ristrutturazione.

Ecco la documentazione necessaria:

  • Abilitazioni amministrative richieste dalla vigente normativa edilizia in relazione alla tipologia di lavori da realizzare o, qualora non siano obbligatorie, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà;
  • Per gli immobili non ancora censiti, domanda di accatastamento;
  • Ricevute di pagamento dell’IMU, se dovuta;
  • Delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori per gli interventi su parti comuni di edifici residenziali e tabella millesimale di ripartizione delle spese;
  • In caso di lavori effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi, dichiarazione del possessore di consenso all’esecuzione dei lavori;
  • Notifica preliminare riportante la data di inizio lavori all’ASL, ove obbligatoria;
  • Fatture e ricevute fiscali comprovanti le spese sostenute;
  • Bonifici parlanti;
  • Asseverazione congruità della spesa (spese superiori a euro 10.000);
  • Visto di conformità.

Anche per i lavori che rientrano nel bonus ristrutturazione, vi sono alcuni interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabile (sintetizzati in questa tabella) soggetti all’obbligo della comunicazione all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Tutti i documenti devono essere intestati alle persone che fruiscono della detrazione. La documentazione raccolta, comprese le asseverazioni a firma del tecnico incaricato, andrà poi consegnata al proprio consulente fiscale/CAF entro la data di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Quali spese rientrano nel Bonus ristrutturazione?

Sono agevolate con detrazione fiscale del 50% le spese sostenute per eseguire le seguenti tipologie di lavori:

  • manutenzione straordinaria; restauro e risanamento conservativo; ristrutturazione edilizia
  • ricostruzione o ripristino di immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi
  • eliminazione delle barriere architettoniche e realizzazione di ogni strumento che sia idoneo a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone con disabilità gravi
  • misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi
  • cablatura degli edifici e contenimento dell’inquinamento acustico
  • conseguimento di risparmi energetici, con particolare riguardo all’installazione di impianti basati sull’impiego delle fonti rinnovabili di energia
  • adozione di misure antisismiche, con particolare riguardo all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica
  • bonifica dall’amianto ed esecuzione di opere volte a evitare gli infortuni domestici.

Inoltre rientrano nelle spese soggette a detrazione anche quelle per:

  • progettazione e altre prestazioni professionali connesse
  • prestazioni professionali comunque richieste dal tipo di intervento
  • effettuazione di perizie e sopralluoghi
  • messa in regola degli edifici ai sensi del DM 37/08 – ex legge 46/90 (impianti elettrici) e delle norme Unicig per gli impianti a metano (legge 1083/71)
  • il compenso corrisposto per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti
  • acquisto dei materiali
  • IVA, imposta di bollo e diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le comunicazioni di inizio lavori
  • oneri di urbanizzazione
  • eventuali costi strettamente collegati alla realizzazione dei lavori e agli adempimenti stabiliti dal regolamento di attuazione degli interventi agevolati (decreto 41/98).

Bonus ristrutturazione: chi sono i beneficiari?

Il bonus ristrutturazioni 2022 può essere richiesto da tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, residenti o meno in Italia.

Non solo il proprietario dell’immobile, dunque, ma anche a tutte le persone che possono essere titolari del diritto di godimento nei confronti di quell’immobile (es. familiare convivente, coniuge separato, ecc..), l’inquilino, il comodatario.

In particolare hanno diritto al bonus ristrutturazione:

  • proprietario o il nudo proprietario
  • titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
  • inquilino o il comodatario
  • soci di cooperative divise e indivise
  • i soci delle società semplici
  • gli imprenditori individuali, solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce.

Purché sostengano le spese e siano intestatari di bonifici e fatture, hanno diritto alla detrazione anche:

  • il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado) e il componente dell’unione civile
  • coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge
  • convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016.

Per gli interventi effettuati sulle parti comuni degli edifici residenziali le detrazioni spettano a ogni singolo condomino in base alla quota millesimale di proprietà.

Come detto, il bonus può essere richiesto sia per prima che per seconda casa, indistintamente.

Quali categorie catastali sono ammesse al bonus ristrutturazione?

Requisito fondamentale per agevolare le spese di ristrutturazione della casa è che l’edificio risulti esistente.

Il bonus ristrutturazione è perciò ammesso per tutti gli interventi di ristrutturazione sulle unità immobiliari residenziali. Quindi tutte le categorie catastali che vanno dall’A1 alla A11, escluso A10.

Sono esclusi dal bonus tutti gli immobili a destinazione catastale di uffici, negozi, laboratori, industrie, ecc.

Il Bonus ristrutturazione è accessibile anche per gli immobili di categorie fittizie che vengono frazionati e trasformati a fine lavori in più di una abitazione (AdE interpello numero 241 del 13 aprile 2021).

Quando scade il bonus 50 Ristrutturazione?

Come detto la legge di Bilancio 2022 ha prorogato il Bonus ristrutturazione 50% fino al 2024.

Quindi anche nel 2022 (e fino al 31 dicembre 2024), per la detrazione Irpef per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio (di cui all’articolo 16-bis del TUIR) è confermata l’aliquota potenziata al 50% (anziché al 36%), con limite di spesa a 96.000 euro (anziché 48.000 euro).

Cosa significa art 16 bis TUIR?

Il bonus ristrutturazione è una detrazione (art. 16-bis del TUIR dpr 917/86) che permette ai contribuenti di ottenere una detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute per varie tipologie di intervento, in particolare quelle che riguardano la manutenzione/ristrutturazione degli immobili abitativi.

Quale causale per bonifico detrazione 50?

Per essere sicuri di non sbagliare, è fondamentale confrontarsi con chi ha effettuato i lavori. Quindi, la causale bonifico ristrutturazione dovrà contenere la seguente dicitura: Bonifico di pagamento per lavori di ristrutturazione edilizia (detrazione fiscale 50%) art. 16-bis DPR 917/1986.

Cosa rientra nel recupero patrimonio edilizio art 16 bis TUIR?

917, per le spese documentate, relative agli interventi indicati nel comma 1 del citato articolo 16-bis, spetta una detrazione dall'imposta lorda fino ad un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare.

Cosa indicare in fattura per la detrazione del 50?

il numero della fattura, la data, il nome della ditta esecutrice dei lavori e la partita iva della ditta stessa; il codice fiscale del beneficiario della detrazione; il codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.