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Il FTSE MIB (acronimo di Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa) è il più significativo indice azionario della Borsa Italiana. È il paniere che racchiude di norma, tranne eccezioni, le azioni delle 40 società italiane, anche se hanno la sede legale all'estero, quotate sull'MTA o sul MIV con maggiore capitalizzazione, flottante e liquidità che rappresentano oltre l’80% della capitalizzazione complessiva e quasi il 90% del controvalore degli scambi.[1] La revisione ordinaria dei componenti viene effettuata trimestralmente, il lunedì successivo al terzo venerdì di marzo, giugno, settembre e dicembre. Ci possono essere ribilanciamenti straordinari a seguito di operazioni sul capitale (incremento del numero di azioni superiore al 5%), a variazioni rilevanti del flottante (superiore al 5%) e a seguito di spin off (cioè scorpori di rami d'azienda), fusioni, delisting (cioè cancellazione dalle contrattazioni), o nuove quotazioni, se la capitalizzazione del nuovo titolo è uguale o superiore al 3% di quella corrente dell'intero mercato. Dal 1º giugno 2009 FTSE Russell ha iniziato a gestire gli indici italiani lanciando la FTSE Italia Index Series che oltre al FTSE MIB comprende anche FTSE Italia Mid Cap e FTSE Italia Small Cap, che tutti insieme compongono il paniere aggregato del FTSE Italia All-Share. La FTSE Italia Index Series è stata successivamente arricchita di nuovi indici: il FTSE AIM Italia, il FTSE Italia Brands e la famiglia degli indici PIR. Storia dell'indice[modifica | modifica wikitesto]FTSE MIB dal 31.12.1992 al 31.12.2012 L'indice di riferimento italiano è iniziato il 31 dicembre 1992 con il nome COMIT 30 con un valore base di 100 punti. Il 17 ottobre 1994, la Borsa Italiana ha rilevato i diritti su COMIT 30 della Banca Commerciale Italiana (ora Intesa Sanpaolo) ridenominandolo Mib30. Il valore base per l'anno 1992 è stato fissato a 10.000 punti. Nell'indice fino al 1º giugno 2003 sono stati inclusi i 30 titoli a maggior capitalizzazione di Piazza Affari. Lo S&P Mib che è subentrato allo storico Mib30, nacque in seguito ad una partnership tra Borsa Italiana e la società di rating Standard & Poor's. È stato quotato dal 2 giugno 2003 al 29 maggio 2009 per venire sostituito dal 1º giugno successivo dall'indice FTSE MIB in seguito alla fusione di Borsa italiana con il LSE che ha creato il London Stock Exchange Group. Generali e Mediobanca sono le due uniche società presenti ininterrottamente nel listino principale di Piazza Affari, dal 1992 quando nacque il COMIT 30 ad oggi con il FTSE MIB. L'andamento dell'indice[modifica | modifica wikitesto]Il record storico dell'indice fu raggiunto durante la seduta del 7 marzo 2000 quando raggiunse i 51 273 punti, mentre quello sul prezzo di chiusura avvenne il giorno prima a 51 093 punti. La migliore seduta di Borsa avvenne il 13 ottobre 2008 quando l'indice salì dell'11,49%, la peggiore fu invece quella del 12 marzo 2020 (nel mezzo delle preoccupazioni legate al diffondersi del COVID-19) quando crollò del 16,92%. Le pietre miliari[modifica | modifica wikitesto]La tabella mostra le pietre miliari dal 1992.
Le migliori sedute[modifica | modifica wikitesto]La tabella delle migliori sedute dal 1992.
Le peggiori sedute[modifica | modifica wikitesto]La tabella delle peggiori sedute dal 1992.
Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]Sviluppo annuale[modifica | modifica wikitesto]La tabella mostra lo sviluppo del COMIT 30 (1992-1993), del Mib30 (1994-2002), dello S&P Mib (2003-2008) e dal 2009 del FTSE MIB.
L'evoluzione del Ftse Mib dal 2009 al 2019[modifica | modifica wikitesto]L'evoluzione del Ftse Mib dopo 10 anni dalla sua nascita, avvenuta il 1º giugno 2009, è un utile specchio di come si sia evoluta nel frattempo l’economia italiana. A livello settoriale è evidente il ridimensionamento del peso della componente bancaria. Gli istituti di credito sono storicamente la componente più rappresentata nel listino, ma la crisi che ha attraversato il settore ha comportato un drastico calo del valore di mercato: nel 2009 i principali istituti quotati messi insieme capitalizzavano oltre 93 miliardi di euro, oggi appena 65. E così anche il loro peso percentuale all’interno del paniere, che nel 2009 era pari al 26,4% della capitalizzazione (ma è arrivato a valere oltre il 30% prima del crack Lehman) si è ridotto ad appena il 16,6% scalzato dalle utilities (Enel in testa) che oggi valgono il 18,2% della capitalizzazione dell’indice. Il vuoto lasciato dalle banche ma anche dalle telecomunicazioni (che agli inizi degli anni 2000 valevano quasi il 30% del listino e oggi pesano per appena l’1,5%) è stato colmato soprattutto dall’industria (era al 5,2% e oggi vale l’8,6%) e dall’auto (passata dal 3,8 al 10,9% del Ftse Mib) grazie soprattutto alla crescita del gruppo FCA e alla scelta premiante di scorporare Cnh Industrial e Ferrari. In 10 anni la composizione del listino è cambiata e ci sono 19 titoli che non fanno più parte del listino tra cui Banca MPS (che 10 anni fa valeva oltre 8 miliardi di euro e nel 2019, nonostante i vari aumenti di capitale, poco più di uno) e l’intero comparto media (allora rappresentato da Mediaset e Mondadori) che nel 2019 non è più rappresentato nel listino. 2012-2014[modifica | modifica wikitesto]Il 24 luglio 2012 è stato segnato un minimo di lungo periodo dell'indice (12.295,80 punti), spinto al ribasso dalla forte speculazione che ha colpito i titoli di stato e, di conseguenza, l'intero settore bancario[2]. Il FTSE MIB ha poi iniziato un lento recupero, toccando un nuovo massimo a 22.502,97 il 10 giugno 2014, grazie alle politiche monetarie accomodanti da parte della BCE[3]. Tuttavia l'indice non è riuscito a tenere in area 22.000, spinto al ribasso dalla mancanza di crescita nell'Eurozona e in Italia e dalla paura di un contagio della nuova crisi del debito alla periferia dell'Eurozona, archiviando il 2014 con un modesto rialzo annuale dello 0,23%[4]. 2015[modifica | modifica wikitesto]Nel 2015, invece, si è registrato un forte rialzo, dovuto alle mosse espansive da parte della BCE - con il lancio del Quantitative Easing, ossia il massiccio acquisto di titoli di stato sovrani in asta[5] - alla temporanea risoluzione della crisi greca, con un nuovo piano di aiuti di durata pari a 4 mesi, e ai primi segnali di ripresa economica nell'eurozona, come il rialzo dell'Indice Pmi. Si arriva a toccare un nuovo record il 15 aprile 2015, a quota 24.031[6]. A causa delle tensioni europee sul caso Grecia l'indice subisce dei contraccolpi, arrivando comunque a sfondare per 3 chiusure consecutive il muro del 2% di rialzo nei giorni dell'accordo che scongiura l'uscita della Grecia dalla zona euro. Al 2 novembre 2015 l'indice è a 22.482,39 punti. Al 10 dicembre 2015 l'indice ha perso quasi 1.000 punti scendendo a 21.500. 2016[modifica | modifica wikitesto]Il primo semestre del 2016 ha segnato un percorso negativo per l’indice, che ha perso complessivamente il
24,37%. Le cause del trend devono essere ricercate nel rallentamento della crescita cinese e dell'economia globale, nel nuovo crollo dei prezzi del greggio, nelle tensioni che hanno colpito alcune banche italiane, tra cui MPS, e nell’immediato
post-Brexit[7]. 2017[modifica | modifica wikitesto]Il 2 gennaio, in seguito alla fusione tra Banca Popolare di Milano e Banco Popolare, debutta in Borsa e nell'indice FTSE MIB il Banco BPM. Entra nell'indice principale per riportarlo a 40 società, anche Brembo che vi ritorna dopo esserne uscito soli 14 giorni prima. Il 20 marzo 2017 Banca MPS è uscita dall'indice FTSE MIB visto il protrarsi della sospensione stabilita dalla CONSOB il 22 dicembre 2016, quando la capitalizzazione scese a soli 442 milioni di euro, in seguito alla richiesta dell'intervento dello Stato nel capitale sociale, dopo il fallito aumento di capitale da 5 miliardi di euro. Viene sostituita da Banca Generali. Il 18 dicembre Pirelli & C. ritornata in Borsa il 4 ottobre, sostituisce nell'indice Banca Mediolanum. Il 2017 si chiude con l'indice, al 29 dicembre, a 21.853 punti con un guadagno annuo del 13,59%, superato tra le principali Borse europee, solo dal +14,1% di Zurigo. Terza Francoforte con un +12,5%, a cui seguono Parigi (+9,3%) e Londra (+7,6%). In assoluto il miglior indice delle ģrandi società è stato l'ATX FIVE della Borsa di Vienna che è salito del 32,08%, ma è un listino dalla scarsa capitalizzazione dove sono presenti solo 5 titoli. Il miglior titolo del FTSE MIB è stato Fiat Chrysler
Automobiles (FCA), seguita da Stmicroelectronics (+70,1% dopo il +71% del 2016), FinecoBank, (+60,1%), Ferrari (+59%) e Moncler (+58,8%). Enel con oltre 52 miliardi di euro è la prima società italiana per valore di Borsa, dal giugno 2017, quando ha superato Eni, staccata di 2 miliardi di euro, che da anni deteneva il primato. Seguono Intesa Sanpaolo, UniCredit e Luxottica. Invece la società più piccola, tra le big, è con una capitalizzazione di 2 miliardi di euro BPER Banca, preceduta da Azimut Holding, Yoox NAP, Unipol e Banca Generali. 2018[modifica | modifica wikitesto]Il nuovo anno incomincia con il record di 9 sedute consecutive positive, dal 3 al 15 gennaio, quando l'índice raggiunge i 23.544 punti. Dal 12 al 15 gennaio Eni è ritornata la società più capitalizzata della Borsa Italiana con 53,495 miliardi di euro riuscendo, grazie all'aumento del petrolio
d'inizio anno, a superare Enel di un'incollatura, che è arrivata ad un valore di 53,324 miliardi di euro. Il 22 gennaio Compagnie financière Richemont, colosso svizzero del lusso con sede a Ginevra e quotato a Zurigo (controlla marchi quali Cartier e Montblanc), ha lanciato un’OPA sul 100% delle azioni ordinarie Yoox
Net-A-Porter Group non ancora in suo possesso, quindi il 75,03%, attraverso il veicolo Rlg Italia Holding. Il prezzo offerto è stato pari a 38 euro per azione in contanti e ha riguardato 68.463.120 azioni (pari al 75,03%) più altre 2.328.454 azioni essere emesse come stock option per i manager. Si arriva così a 70.791.574 milioni di azioni, che sono state pagate dal colosso svizzero del lusso 2,69 miliardi di euro per una valorizzazione della società quotata a Piazza Affari di 5,3 miliardi
di euro. Con la revisione trimestrale del 19 marzo non c'è stata nessuna modifica al paniere che è rimasto quindi uguale. Nel primo trimestre, Piazza Affari con un rialzo del 3,2% è stata una delle migliori borse del mondo. Solo l'indice Bovespa di San Paolo del Brasile batte l'indice italiano, con un boom dell'8%. Nel trimestre, il Cac40 di Parigi segna un calo del 2,2%, il Dax di Francoforte il 6%, il Ftse 100 di Londra il 6,2%. A causa del rialzo del prezzo del petrolio, Eni al 18 maggio raggiunge una capitalizzazione di 60,260 miliardi di euro, scesa nella seduta successiva a 58,234 miliardi di euro per lo stacco del dividendo, salendo dal mese di marzo del 13%. Con la revisione trimestrale del 18 giugno non c'è stata nessuna modifica al paniere che è rimasto quindi uguale. Il 7 agosto avviene la conversione delle azioni di risparmio di Intesa Sanpaolo in ordinare con il rapporto di 1,04 azioni ordinarie per ogni azione di risparmio posseduta. Con la revisione trimestrale del 24 settembre non c'è stata nessuna modifica al paniere che è rimasto quindi uguale. Il 4 dicembre Luxottica, il cui flottante è sceso sotto il 10% in seguito al successo dell'OPS di EssilorLuxottica, viene sostituita da DiaSorin. Con la revisione trimestrale del 27 dicembre Amplifon e Juventus Football Club sostituiscono Banca Mediolanum e Mediaset. L'anno 2018 si chiude con l'indice FTSE MIB, al 28 dicembre, a quota 18.324,03 con una perdita annua del 16,15%. Performance delle 40 azioni[modifica | modifica wikitesto]
2019[modifica | modifica wikitesto]Con la revisione trimestrale del 18 marzo Hera sostituisce Brembo. Da fine marzo Enel supera Eni, che risente del forte calo del prezzo del petrolio, e diventa la società più capitalizzata della Borsa Italiana. L'8 maggio UniCredit ha ceduto sul mercato il 17% delle azioni di FinecoBank rimanendo con solo il 18% senza più essere l'azionista di controllo.[8] L'8 luglio UniCredit ha ceduto anche la quota residua, di conseguenza FinecoBank non è più una società del Gruppo UniCredit, diventando così indipendente. Con la revisione trimestrale del 24 giugno Nexi che ha debuttato in Borsa il 16 aprile, sostituisce Banca Generali. L'8 agosto muore improvvisamente in vacanza il presidente di UniCredit Fabrizio Saccomanni. Il 17 settembre in seguito agli sviluppi dell'inchiesta sui report falsi sulla manutenzione di alcuni viadotti autostradali, si dimette dopo 18 anni l'amministratore delegato di Atlantia Giovanni Castellucci che riceve una buonuscita di oltre 13 milioni di euro e le competenze di fine rapporto. Con la revisione trimestrale del 23 settembre non c'è stata nessuna modifica al paniere che è rimasto quindi uguale. Con la revisione trimestrale del 23 dicembre ritorna dopo 6 mesi Banca Generali che sostituisce UnipolSai. L'anno 2019 si chiude con l'indice FTSE MIB, al 30 dicembre, a quota 23.506,37 con un guadagno annuo del 28,28%. L'evoluzione del Ftse Mib dal 2020 ad oggi[modifica | modifica wikitesto]2020[modifica | modifica wikitesto]Il 9 e 12 marzo per le forti preoccupazioni legate al diffondersi del COVID-19, l'indice crollò rispettivamente dell'11,17% e del 16,92%; mentre il 24 marzo per il successo delle misure di contenimento ci fu un forte rimbalzo dell'8,93%. Con la revisione trimestrale del 23 marzo dopo 15 mesi ritorna Banca Mediolanum che sostituisce Juventus FC. Con la revisione trimestrale del 22 giugno Interpump e Inwit sostituiscono BPER Banca e Salvatore Ferragamo. Il 5 agosto, in seguito al successo dell'OPAS di Intesa Sanpaolo con cui è arrivata a detenere oltre il 90% del capitale sociale di UBI Banca, quest'ultima, avendo un flottante inferiore al 10%, viene sosituita da BPER Banca che ritorna così dopo soli 44 giorni nell'indice principale. Con le revisioni trimestrali del 21 settembre e 21 dicembre non c'è stata nessuna modifica al paniere che è rimasto quindi uguale. L'anno si chiude con una perdita dell'indice del 6,72% . Il successo dell'OPAS di Intesa Sanpaolo su UBI Banca[modifica | modifica wikitesto]Il 17 febbraio 2020 il CEO di Intesa Sanpaolo Carlo Messina annuncia a sorpresa il lancio di un'OPS (Offerta pubblica di scambio) volontaria per 4,9 miliardi di euro nei confronti di UBI Banca: per ogni 10 azioni della quarta banca italiana vengono corrisposte 17 azioni di Intesa Sanpaolo di nuova emissione con un premio del 27,6% rispetto alla quotazione in Borsa di venerdì 14 febbraio. Intesa, che accede a tre milioni di clienti di UBI, ha ottenuto dall'assemblea straordinaria la proposta di un aumento di capitale in sostegno dell'Ops.[9][10] Per prevenire possibili problemi con l'Antitrust, l'operazione coinvolge anche UnipolSai cbe ha già raggiunto un accordo per rilevare i rami d'azienda delle compagnie assicurative Banca Assurance Popolari, Lombardia Vita e Aviva Italia, partecipate da UBI, e BPER Banca che ha già sottoscritto con Intesa un contratto che prevede l'acquisto di 532 filiali UBI con circa 1,2 milioni di clienti, di cui circa la metà in Lombardia. L'operazione, che ha ottenuto l'approvazione da parte delle varie autorità italiane e europee, ha portato al delisting di UBI e prevede alla fine la fusione tra le due banche. All'offerta viene aggiunto successivamente anche un conguaglio in denaro di 0,57 euro per ogni azione UBI consegnata, diventando così un'OPAS (offerta pubblica di acquisto e scambio). L'offerta si conclude il 30 luglio 2020 col raggiungimento del 91,0149% del capitale di UBI. Pertanto avendo superato il 90% del capitale sociale, sono partite le procedure di delisting che il 5 ottobre hanno portato Intesa Sanpaolo a diventare l'unico azionista di UBI banca.[11] 2021[modifica | modifica wikitesto]Il 18 gennaio debutta in Borsa Italiana e nel FTSE MIB, Stellantis N.V., la società nata dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Gruppo PSA (Peugeot). Non ci sono altre variazioni dell'indice nel corso dell'anno. L'indice sale nell'anno del 23%. 2022[modifica | modifica wikitesto]Il 3 gennaio, debutta in Borsa e al FTSE MIB, Iveco Group dopo la scissione parziale da CNH Industrial delle attività relative ai veicoli industriali ed autobus, con una nuova azione Iveco ogni 5 CNH. L'indice comprende dunque 41 società fino al 21 marzo, quando con la revisione trimestrale esce Buzzi Unicem che era presente ininterrottamente sin dalla sua nascita, avvenuta il 1º giugno 2009. In seguito alla guerra in Ucraina, l'indice è molto volatile con grandi sbalzi, come quelli del 4 marzo quando perde il 6,24% e del 9 marzo quando risale del 6,94%. Nella revisione trimestrale di giugno non vi è nessuna variazione. Il paniere al 31 maggio 2022[modifica | modifica wikitesto]Top 10 società[modifica | modifica wikitesto]Le prime 10 società del paniere hanno una capitalizzazione di 261,559 miliardi ed un peso del 65,5%. Enel con una capitalizzazione di 46,94 miliardi di euro ed un peso nel paniere dell'11,76%, è da fine marzo 2019, la società con il maggior valore della Borsa Italiana, seguita da:
Le matricole e gli highlander[modifica | modifica wikitesto]Le società di più recente ingresso sono: Iveco (gennaio 2022), Stellantis (gennaio 2021), BPER Banca (agosto 2020), Interpump e Inwit (giugno 2020), Banca Mediolanum (marzo 2020), Banca Generali (dicembre 2019), Nexi (giugno 2019), Hera (marzo 2019), Amplifon e DiaSorin (dicembre 2018). Diciassette highlander del paniere principale hanno fatto ininterrottamente parte dell’élite di Piazza Affari dal 2009 ad oggi. Ne fanno parte:
Composizione[modifica | modifica wikitesto]Ecco le 40 aziende che compongono il FTSE MIB con le persone chiave, il settore, la data di debutto, la loro capitalizzazione in euro al 30 dicembre 2019 e la variazione annua del 2019:[12]
Legenda:
Azioni di riserva[modifica | modifica wikitesto]
Storia della composizione del paniere[modifica | modifica wikitesto]Il paniere iniziale al 1º giugno 2009[modifica | modifica wikitesto]Delle originarie 40 società che al debutto del 1º giugno 2009 componevano il paniere, 18 indicate con *, (20 con i ritorni di Pirelli & C. e Unipol) hanno mantenuto ininterrottamente la presenza, modificando in alcuni casi, la propria denominazione sociale; quelle invece contrassegnate da ° sono attualmente presenti nell'indice FTSE Italia Mid Cap. Eccole:
Le revisioni del paniere[modifica | modifica wikitesto]Ecco tutte le 44 revisioni, di cui 20 ordinarie e 24 straordinarie del paniere, che ne hanno profondamente modificato la sua composizione iniziale:
In grassetto e con # sono indicate le 23 società componenti dell'attuale paniere che vi sono entrate o rientrate dopo la sua nascita. Note[modifica | modifica wikitesto]
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
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