I vedovi si possono sposare in chiesa

Il secondo matrimonio segue un galateo completamente diverso dal “primo sì”.

E come è noto non si possono celebrare in chiesa ma solo in Comune o comunque con un rito civile.

Solo in alcuni casi è previsto il ritorno in chiesa per chi desidera risposarsi, vale a dire per i vedovi e per i divorziati, cioè coloro che hanno ottenuto l’annullamento del primo matrimonio presso la Sacra Rota.

E per tutti gli altri? Per chi è cattolico e tiene al rito religioso per le seconde nozze, ecco che si riaccendono le speranze di poter tornare ai sacramenti e all’Eucarestia.

Le dichiarazioni del papa su divorziati e risposati sono promettenti.

Le parole di Papa Francesco sulle seconde nozze in chiesa

Le parole di Papa Francesco lasciano ben sperare e soprattutto aprono un varco in direzione di quanti guardano al secondo matrimonio ma con la consapevolezza di non poter festeggiare il rito in maniera religiosa.

Mantenendo le promesse fatte qualche tempo fa, le dichiarazioni di Bergoglio restano in linea con quanto sostenuto e che sarà oggetto di discussione nel prossimo Sinodo.

Quest’ultimo si terrà  dal 4 al 25 ottobre 2015 e s’intitola “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”: affronterà tra le altre questioni anche il tema riguardante le seconde nozze dei divorziati risposati.

Il 23 giugno scorso infatti è stato presentato l’Instrumentum Laboris, testo base sul quale si concentreranno i lavori dell’Assemblea Generale Ordinaria.

Il testo si divide in tre parti fondamentali: l’ascolto delle sfide sulla famiglia, il discernimento nella vocazione familiare e la missione della famiglia oggi.

Lo studio era partito già con Ratzinger quando era prefetto della Dottrina della Fede.

L’obiettivo è quello di trovare una soluzione alternativa al processo canonico di annullamento del matrimonio: al momento infatti è questa l’unica strada possibile da percorrere per quanti desiderino tornare ai sacramenti con le seconde nozze in chiesa.

Papa Francesco aggiunge che la Misericordia è “più grande”: della casistica, dei preconcetti.

E soprattutto che non bisogna mai condannare ma accompagnare chi ha sperimentato sulla propria pelle il dolore del fallimento di un amore.

Perché, come lui stesso dichiara, quando si decide di lasciare la casa del padre e della madre per unirsi ad un’altra persona può capitare che questo amore fallisca ed è ciò che succede tante volte.

L’atteggiamento nei confronti di queste persone deve essere misericordioso e non possono diventare “una casistica”, di cui studiare la situazione.

Instrumentum Laboris: il testo del Sinodo sulla Famiglia di ottobre 2015

Questo testo che sarà protagonista del Sinodo di ottobre nasce sulla base della relazione finale messa ai voti lo scorso 18 ottobre nel corso del Sinodo straordinario sulla famiglia.

Dopo otto mesi di lavori, mettendo a confronto tutte le varie diocesi, questo è il risultato.

Il testo sul quale si discuterà ruota attorno a quattro temi cardine e riporta tutte le posizioni riscontrate, a favore o contrarie rispetto ad ogni argomento da esaminare.

Ecco i temi del confronto. Nella fattispecie si parlerà di:

1. accesso per i divorziati ad un nuovo matrimonio ecclesiastico

2. rispetto per i cattolici omosessuali

3. gratuità per i processi di nullità matrimoniale

4. maggiore spazio nel mondo sacerdotale per le donne

In particolare e per quanto ci riguarda in questa sede, le seconde nozze potrebbero ritornare ad essere celebrate con un rito ecclesiastico in un prossimo futuro.

Nell’Instrumentum Laboris si legge che sui : “divorziati risposati civilmente che si trovano in condizione di convivenza irreversibile c’è un comune accordo sulla ipotesi di un itinerario di riconciliazione o via penitenziale, sotto l’autorità del vescovo”.

Seconde nozze, le nuove prospettive della Chiesa Cattolica

Come specificato durante la conferenza stampa, non si può ancora parlare di un’apertura vera e propria ma sicuramente s’inizierà un percorso perlomeno di discussione sul tema.

La via da seguire rimarrà sempre quella “ufficiale” del matrimonio ma probabilmente sarà possibile un nuovo accesso ai sacramenti, ad ogni modo preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del vescovo diocesano.

Una strada che si apre ad un’idea di famiglia più al passo coi tempi, come sottolinea il cardinale Maradiaga.

La famiglia classica non esiste più: ci sono i separati, le famiglie allargate, mamme single, matrimoni senza figli e unioni tra persone dello stesso sesso.

La Chiesa deve dare risposte nuove, che non possono più fondarsi sull’autoritarismo e il moralismo.

Chi non si può sposare in chiesa?

Ebbene, per sposarsi in chiesa, i futuri sposi devono essere in possesso dei seguenti requisiti: maggiore età. Non sono ammessi al matrimonio, infatti, coloro che non hanno ancora compiuto i 18 anni.

Come sposarsi in chiesa per la seconda volta?

Per la Chiesa non è possibile sposarsi una seconda volta a meno che il primo matrimonio venga annullato, su richiesta del tuo fidanzato, dalla Sacra Rota.

Quanto dura la vedovanza?

(art. 528) e il codice civile italiano (art. 57) fissano questo termine in dieci mesi dallo scioglimento del matrimonio per morte: la violazione dell'obbligo costituisce impedimento impediente: per il vedovo non esiste alcuna restrizione.

Quando il matrimonio non è valido per la chiesa?

L'esclusione della dignità sacramentale si ha quando il contraente esclude che il patto matrimoniale sia esso stesso sacramento. Egli vuole il matrimonio ma esclude il sacramento, e se il matrimonio dovesse essere sacramento, rifiuta il matrimonio stesso.